domenica 18 dicembre 2016

Basquiat e il tempo di esistere


mi sono mossa un po' dubbiosa, la domanda è ovviamente se queste composizioni valgano il merito di arte, di una mostra e di tanta fama.
divorato dal successo, e ad esso inadeguato, è morto a 27 anni, annegato nell'eroina nelle sue vene.
il suo godimento, famelico e istantaneo come detta la legge imperativa del nostro tempo, l'ha portato fino al fondo del godere, fino alla morte seppure eccentrico, esaltato, arricchito a riscatto di una miseria infantile umiliante.
componeva con la tv accesa, soprattutto i cartoons erano il suo sottofondo.
il suo prodotto sembra dettato dall'istante, dall'ispirazione via cavo, simboli di morte e pezzi anatomici (pare ispirati a un compendio di anatomia che la madre gli regalò durante una degenza in ospedale, a 8 anni, dopo un grave incidente), parole, cancellature (che esaltano quel che si cancella), mostri, dentature sataniche, animali mortiferi, prezzature in dollaroni. ossi di cane, scheletri a pezzi, anche duffy duck.
diciamolo, un inferno.
un'infanzia derelitta di abbandono e miseria, il destino da maledetto vissuto, incarnato, interpretato senza scampo, ma sullo sfondo di un infantilismo grafico disarmante. a me sembra il prodotto di un inconscio imbizzarrito, e lo ringrazio della sua tragica testimonianza.


graffitismo o arte, spray e spennellate pesanti, mi da l'idea di una breccia nella mente che trova il tempo necessario a mettersi su tela, quel tempo che basta, uno iato improvviso da cui fuoriesce una specie di tratto vomitato, uno sgorbio pieno di hate e hurry, rabbia e orrore, pupazzi infantili ma satanici, colore e tanto tantissimo nero.
personalmente riconosco in lui l'andamento della tragedia greca e un talento misterioso fuso a una potenza distruttrice inarrestabile. anche in lui, come nel leggere una poesia, sono attratta da un verso pittorico, in ogni opera esposta ho trovato qualcosa di geniale, un'espressione unica e singolare, qualcosa di irripetibile. una furia espressiva che non sarebbe potuta, comunque, resistere ancora a lungo, qualcosa legato al suo tempo, al tempo logico e al tempo di un rapido fulmineo e transitorio esistere.

fonte: https://nuovateoria.blogspot.it

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