venerdì 7 novembre 2014

ci stiamo avvicinando al peggior disastro finanziario della storia

Gli economisti la chiamano "La Grande Recessione": la crisi economica che attanaglia l'Europa dal 2007 ad oggi. Eppure non è altro che una gocciolina nell'oceano in confronto a ciò che sta per accadere.

Micheal Snyder su The Economic Colapse Blog non ha dubbi e per rispondere compie un’interessante analisi sul mondo dei derivati negli Stati Uniti: gli istituti “troppo grandi per fallire” nel paese oggi hanno singolarmente oltre 40 trilioni di dollari di esposizione ai derivati.

Con un debito nazionale di circa 17.700 miliardi di dollari, 40 trilioni di dollari è una cifra quasi inimmaginabile. E, prosegue l’analista, a differenza di azioni e obbligazioni, i derivati ​​non rappresentano “investimenti” in nulla: sono solo scommesse di carta su ciò che accadrà in futuro. Praticamente una forma di gioco d’azzardo legalizzato e le banche “troppo grandi per fallire” hanno trasformato Wall Street nel maggiore casinò nella storia del pianeta. Quando questa nuova ​​bolla scoppierà (e scoppierà sicuramente), il dolore che causerà per l’economia globale sarà maggiore di quanto le parole possono descrivere.

Le banche “too big to fail”, continua Snyder, producono enormi profitti attraverso i derivati. Secondo il New York Times, tali istituti “contano quasi 280.000 miliardi dollari di derivati ​​sui loro libri contabili”, anche se la crisi finanziaria del 2008 ha dimostrato quanto sia pericoloso. Le grandi banche hanno poi sofisticati modelli computerizzati che dovrebbero mantenere il sistema stabile e aiutarli a gestire questi rischi. Ma tutti questi modelli sono basati solo su ipotesi ideate da persone in carne ed ossa. E quando un “evento cigno nero” arriva (come ad esempio una guerra, una grave pandemia, una catastrofe naturale apocalittica o un crollo di un grande istituto finanziario) questi modelli si sgretolano in pochissimo tempo.

Snyder riporta un breve estratto da un articolo di Forbes che descrive quello che è successo al mercato dei derivati dopo il tonfo di Lehman Brothers nel 2008:

“Torniamo al crollo finanziario del 2008 e che cosa vediamo? L’America stava celebrando: l’economia era in piena espansione, tutti sembravano essere sempre più ricchi, anche se i segnali di pericolo erano dappertutto: troppi prestiti, investimenti folli, banche avide, regolatori addormentati al volante, politici desiderosi di promuovere la casa di proprietà per chi non poteva permetterselo, e gli analisti a predire ciò non poteva che finire male. E poi, quando Lehman Bros è caduta, il sistema finanziario e l’economia mondiale sono quasi crollate. Perché? La causa principale non era solo il prestito sconsiderato e la assunzione di rischi eccessivi. Il problema era la mancanza di trasparenza. Dopo il crollo di Lehman, nessuno riusciva a capire i rischi per la negoziazione di derivati ​​e quindi nessuna banca voleva prestare o scambi con qualsiasi altra banca. Dato che tutte le grandi banche erano state coinvolte in misura sconosciuta nel commercio di derivati ​​rischiosi, nessuno poteva dire quale poteva essere il prossimo istituto finanziario a implodere”.

Dopo l’ultima crisi finanziaria, prosegue Snyder, ci avevano promesso che questo sarebbe stato risolto. Ma invece il problema è diventato molto più grande. Da quando la bolla immobiliare è scoppiata nel 2007, il valore dei contratti derivati ​​in tutto il mondo è salito a circa 500 miliardi di dollari. Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, si tratta oggi dell’incredibile cifra di 710.000 miliardi di dollari. E naturalmente il cuore di questa bolla dei derivati si trova a Wall Street. A tal proposito, Snyder pubblica il rapporto trimestrale più recente della Occ secondo cui le cinque maggiori banche “troppo grandi per fallire” dispongono tutte di oltre 40 trilioni di dollari in esposizione ai derivati.


JP Morgan Chase
Asset complessivi: circa 2,5 trilioni di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 67 trilioni di dollari

Citibank 
Asset totali: quasi 1,9 trilioni di dollari
Esposizione ai derivati: circa 60 trilioni di dollari

Goldman Sachs 
Asset totali: poco meno di un trilione di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 54 trilioni di dollari

Bank Of America 
Asset totali: 2,1 trilioni di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 54 trilioni di dollari

Morgan Stanley 
Asset totali: 831 milioni di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 44 trilioni di dollari

E non è certo un problema solo americano. Come ha riportato recentemente anche Zero Hedge, il gigante europeo, Deutsche Bank vanta la maggiore esposizione in derivati di qualunque istituto americano, vale a dire oltre 75 trilioni di dollari (5 volte il Pil europeo e più o meno il Pil del mondo).

Per coloro che cercano con ansia il giorno in cui questi colossi imploderanno, è necessario tenere a mente che quando lo faranno si porteranno dietro tutto il sistema, ormai completamente dipendente da queste banche. Ci avevano detto che qualcosa sarebbe stato fatto dopo l’ultima crisi, ma in realtà i giganti finanziari si sono, da allora, potuti allargare di un 37% complessivo. Oggi, inoltre, le cinque maggiori banche del paese rappresentano il 42% di tutti i prestiti negli Stati Uniti, e le sei maggiori controllano il 67% di tutte le attività bancarie. 
Ci stiamo pericolosamente avvicinando verso il maggior disastro finanziario nella storia del mondo, e, conclude Snyder, nessuno sta facendo nulla per impedirlo.

Le elite che controllano la finanza mondialista, hanno provocato questa immensa crisi economica (come la stessa del 1930 e altre in tutta la storia odierna e anche distante nel tempo), non solo per rastrellare i beni reali che ancora possiedono le nazioni e le persone, a cui viene imposto di pagare un debito inesistente, dato dal prestare pezzi di carta senza valore più l'aggravio di interessi (detto signoraggio bancario), agli stati nazionali che dovrebbero stampare per conto proprio la moneta che circola, e quindi senza prenderla in prestito dalla BCE, banca usuraia di cui proprietà come le altre grosse banche commerciali, appartiene alle famiglie elitarie ebraiche. 

Ma questa crisi è stata creata a tavolino da chi detiene le leve della finanza, per tenere le masse in una sopravvivenza artificiosa, dato le energie cosmiche rigenerative a livello spirituale, che stanno investendo la terra in questo ciclo cosmico (eone) che si appresta a chiudersi. La paura indotta è la vera arma che le elite usano per sottomettere le popolazioni, colui che ha paura si affiderà con piacere a chi di fatto è il vero aguzzino, mentre è portato dalla propaganda nemica dei media servili, a non capire le vere cause dello stato attuale delle cose.

Questa crisi a differenza delle precedenti, dovrà devastare tutto, chi crede che il picco dell'attuale crisi economica sia arrivato al suo massimo, si sbaglia, in realtà la vera crisi deve ancora arrivare, e a questo si deve aggiungere una probabile guerra mondiale, che stanno preparando, fomentando e prendendo misure contro le nazioni come la Russia o la Cina.
Non a caso l'aggravarsi dei fattori economici è esaltato dalla globalizzazione, altro progetto voluto dagli stessi, appunto per imporre la crisi indotta a tutto il mondo, e di conseguenza proporre poi le loro soluzioni ad una umanità messa in ginocchio, che per stanchezza morale e fisica, dovrà accettare la dittatura mondiale ebraica, imposta sui goym (bestie umane in ebraico).

Quando tutto cadrà, siate felici, perché in realtà state assistendo alla loro caduta, che il loro sistema si disintegri e non resti niente, allora l'umanità sarà libera, non schiava come oggi.


fonte: freeondarevolution.blogspot.it

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