mercoledì 6 gennaio 2010

entro stasera

potrei perdere dell'altro tempo prezioso
e non salire sull'unico treno rimasto
in quella fottuta stazioncina di paese.

Già. Quel treno.

Molto più vecchio di me,
sporco,
rumoroso,
puzzolente.

Non mi va di salirci,
ma a guardar bene
non ho alternative.

Purtroppo e per fortuna
dovrò appoggiare
il mio culo
su uno di quei sedili
di finta pelle
verde e marrone.

Nel frattempo
potrei inventare una moda,
recarmi a Roma mille volte,
uccidere con uno sputo
il tenebroso dirimpettaio
che non mi saluta,
mandare a fan culo
tutti quelli
che sorridono
dodici ore al giorno.

Non è il freddo
alle mani,
è la rottura di palle
elevata al cubo

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