sabato 16 luglio 2016

strage ferroviaria: ecco i responsabili






di Gianni Lannes


Vite spezzate da irresponsabili politici e tecnici. 23 morti accertati, 4 dispersi e 51 feriti. Tranquilli, siamo nel belpaese privo di memoria sociale e di volontà di ribellione al peggio: passato il clamore della tragedia tutto tornerà a breve come prima, anzi peggio di prima, in attesa della prossima strage per vomitare ipocrisia.

Ora, nel frattempo, i soliti mass media ammaestrati e telecomandati da chi detiene il potere economico ed esercita il dominio sulle masse popolari, stanno dando in pasto all'opinione pubblica un capostazione, invece di individuare le precise responsabilità politiche. Certo un errore disumano, ma di chi, piuttosto, nel 2016 non ha consentito di realizzare i sistemi di sicurezza automatici. Così, i ferrovieri stanno ancora a farsi le telefonate come 60 anni fa, solo che il numero dei treni su quella linea è aumentato a dismisura: ben 196 convogli al giorno. 

C’è una «assoluta richiesta di capire i responsabili e fare totale chiarezza», ha dichiarato l'ineletto Renzi, con il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi che ha aggiunto come il Governo «non farà sconti a nessuno nell’accertamento delle responsabilità». Delrio, arrivato sul posto, ha assicurato la formazione di una «commissione d’indagine per capire le cause di questa tragedia che addolora tutto il Paese». Gli ineletti Renzi e Delrio devono dimettersi istantaneamente e chiedere scusa, prima di andare sotto processo. Come mai Renzi e Delrio non hanno risposto all’interrogazione parlamentare numero 4/00836 datata 12 giugno 2013 che sollevava la questione? E i presidenti di regione, ossia Vendola ed Emiliano perché hanno consentito che quel trattato ferroviario operasse in costante insicurezza?

Omicidi colposi, si, ma a carico di chi non ha fatto il proprio dovere politico e tecnico. Perchè a fronte dello stanziamento di fondi europei, non sono state realizzate le modifiche necessarie per rendere il sistema da telefonico a telematico? Chi sono i responsabili (politici, societari e tecnici) che non hanno compiuto il previstoupgrade?  
 
Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione dichiara: “disastro ferroviario in Puglia legato a corruzione”. Su tangenti “politica disinteressata. Su infrastrutture problema atavico legato a tangenti". La politica è interessatissima. Infatti, è proprio perchè i politicanti non si sono ancora messi d'accordo sulla spartizione delle tangenti, che l'appalto non è stato ancora assegnato.

Ferrotramviaria opera sulla tratta Bari-Barletta su concessione di Rfi. Su alcune delle linee date in concessione sono state previste delle deroghe dall’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi (Ustif), un’agenzia del Ministero dei Trasporti: questi nullaosta illegali consentono di circolare anche ai treni gestiti solo con il blocco telefonico. Il tratto tra Andria e Corato era uno di questi: le deroghe valevano finché non fossero stati installati i dispositivi di sicurezza, ma nei prossimi due anni. La tratta Bari-Barletta, comunque, è stata interessata negli ultimi anni da un vasto progetto di riammodernamento, finanziato in parte dall’Unione Europea e in parte dalla Regione Puglia. Metà della linea era stata attrezzata con i sistemi di controllo automatici. E per buona parte della linea, tra Bari e Ruvo di Puglia, era stato aggiunto un secondo binario. Entro il 2015 avrebbe dovuto essere raddoppiata l’intera tratta, ma ci sono stati dei burocratici ritardi.

Nella tratta dove è avvenuto lo scontro frontale dei convogli, non era operativo il Sistema controllo marcia treno (Scmt), un dispositivo che controlla se i macchinisti rispettano i semafori, le procedure corrette e i limiti di velocità. Se c’è qualcosa che non va, il Scmt invia un segnale al macchinista, e se il problema non viene risolto interviene automaticamente arerstando il treno. Il sistema è presente su quasi 12 mila chilometri della rete ferroviaria italiana, ma non è il solo: esistono altri dispositivi simili, come il Sistema Supporto Condotta (SSC), e in totale tutta la rete Rfi è coperta da un qualche tipo di sistema automatico di sicurezza. Sulla tratta dell’incidente, invece, non erano presenti questi sistemi. Il Scmt era installato sui treni, ma non funzionava perché non poteva dialogare con i binari della tratta di Ferrotramviaria, che sono troppo vecchi.

La politica virtuosa non è passerella o proclami altisonanti, ma risoluzione dei problemi in favore del bene comune.






fonte: https://sulatestagiannilannes.blogspot.it

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