lunedì 22 giugno 2015

ciao Laura



« Forse non ero tagliata per fare l'attrice. Non ero preparata ad affrontare quella carriera, il successo, la popolarità, quell'ambiente, con le illusioni e le delusioni. Sono sempre stata una persona semplice, timida. »

(Laura Antonelli)

nome d'arte di Laura Antonaz, è stata un'attrice italiana. Raggiunse l'apice del successo negli anni settanta e ottanta, recitando dapprima in pellicole erotiche e poi in film d'autore.

Dall'Istria a Roma

Laura Antonelli nacque a Pola, città istriana all'epoca italiana. Insieme alle attrici Femi Benussi, Alida Valli e Sylva Koscina fu una delle componenti del gruppo definito "delle bellissime quattro" dalmato-istriane. Profuga durante l'esodo istriano in seguito alla sconfitta italiana nella Seconda guerra mondiale e alla conseguente perdita dell'Istria, la Antonelli si trasferì con la famiglia a Napoli dove, dopo aver frequentato le scuole superiori, si diplomò presso l'Istituto Superiore Pareggiato di Educazione Fisica.

Trasferitasi a Roma fu insegnante di Educazione fisica prima di approdare all'attività di attrice.

Gli esordi artistici

Dopo aver girato alcuni Caroselli per la Coca Cola e posato per numerosi fotoromanzi diffusi anche all'estero, la Antonelli esordì nel cinema con piccoli ruoli in vari film, a cominciare da Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli del 1964 e Le sedicenni di Luigi Petrini del 1965.

La prima parte recitativa importante le venne offerta nel 1969 dal regista Massimo Dallamano che la selezionò come protagonista di Venere in pelliccia, film ispirato al romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, ma l'occasione sfumò per via dell'applicazione di una severa censura che bloccò l'uscita del film, che verrò poi riproposto sei anni più tardi con il titolo Le malizie di Venere.

La vera popolarità venne nel 1971 quando la Antonelli raggiunse una certa notorietà recitando nel film Il merlo maschio, il primo di molti film erotici in cui l'attrice lavorò, interpretato al fianco di Lando Buzzanca e diretto da Pasquale Festa Campanile.

Il successo di Malizia

Nel 1973 interpretò il ruolo di una sensuale cameriera in Malizia di Salvatore Samperi, accanto a Turi Ferro ed al giovane Alessandro Momo. Il film, che incassò la cifra di 6 miliardi di lire, divenne un vero cult movie, entrando nell'immaginario erotico degli spettatori e innalzando l'attrice a "icona sexy" italiana: cona la sua partecipazione al film la Antonelli ottenne il Nastro d'Argento alla migliore attrice protagonista, conferitole dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani e il Globo d'oro alla miglior attrice rivelazione, premio della stampa estera.

« Sono bassina, un po' tondetta e ho le gambe piuttosto corte: chissà perché piaccio? »

(Laura Antonelli)

Per Laura Antonelli si spalancarono quindi le porte della notorietà e della ricchezza con un cachet che passò da 4 a 100 milioni di lire per film.

In seguito la Antonelli alternò interpretazioni in film d'autore come Trappola per un lupo di Claude Chabrol, sul cui set conobbe Jean-Paul Belmondo con il quale ebbe una travagliata relazione, Sessomatto di Dino Risi e Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini per il quale vinse un secondo Globo d'oro), a film interamente scritti per la sua figura di attrice come Peccato veniale, sempre di Salvatore Samperi, o Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi nel quale la Antonelli interpretò una scena di nudo integrale della durata di ben sette minuti.

Dal 1976 lavorò con registi che disvelarono il lato personale dell'attrice fino ad allora nascosto dalla sua prorompente fisicità: si ricordino L'innocente di Luchino Visconti, nel 1977, Gran bollito di Mauro Bolognini e Passione d'amore di Ettore Scola del 1981, per il quale ricevette una candidatura al David di Donatello per la migliore attrice non protagonista.

In seguito la Antonelli lavorò principalmente in commedie come Malato immaginario e l'Avaro, entrambi di Tonino Cervi con Alberto Sordi protagonista alternando altre interpretazioni nel filone erotico, sempre diretta da Samperi, in Casta e pura (1981), al fianco di Massimo Ranieri.

Anni ottanta: Grandi Magazzini

Per tutti gli anni ottanta lavorò in pellicole comiche o erotiche: fu insieme ad altri attori famosi nel cast di Grandi magazzini di Castellano e Pipolo e al fianco di Diego Abatantuono in Viuuulentemente mia di Carlo Vanzina. Nel 1985 interpretò La Venexiana, pellicola ispirata all'omonima commedia del '500, accanto a Monica Guerritore e al figlio dell'attore scozzese Sean Connery, Jason. Sul finire del decennio approdò sul piccolo schermo con due mini serie televisive che riscossero un discreto gradimento del pubblico: Gli indifferenti (1988) e Disperatamente Giulia (1989), dirette rispettivamente da Mauro Bolognini ed Enrico Maria Salerno.

Vicende giudiziarie

La parabola ascendente di Laura Antonelli si interrompe a causa dell'uso di droghe e ad un'operazione chirurgica non riuscita che le deteriora i lineamenti.

Nella notte del 27 aprile 1991, quando nella sua villa di Cerveteri vengono trovati 36 grammi di cocaina, l'attrice è arrestata dai carabinieri della locale stazione e associata alla casa circondariale di Rebibbia (Roma), dove però resta solo qualche giorno, a seguito della concessione degli arresti domiciliari. È condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per spaccio di stupefacenti.

Nove anni dopo, nel 2000, è invece assolta dalla Corte d'appello di Roma, che la riconosce consumatrice abituale di stupefacenti, ma non spacciatrice. La legge italiana sulla droga è nel frattempo cambiata e l'assunzione di sostanze stupefacenti per uso personale, entro i limiti stabiliti dalla legge, non è più considerata reato. Ciò determina il proscioglimento di Laura Antonelli dalle accuse formulate nei suoi confronti e la non punibilità per i reati a lei ascritti.

Il desiderio di rivedere Laura Antonelli sul grande schermo, dopo le disavventure personali e giudiziarie per i fatti di droga, si concretizza nella realizzazione nel 1991 di Malizia 2000, séguito della pellicola che l'aveva resa famosa quasi venti anni prima. Il film è ancora una volta diretto da Salvatore Samperi e prodotto da Silvio Clementelli. Il commento musicale è di nuovo affidato a Fred Bongusto. L'operazione commerciale, però, non sortisce l'effetto sperato ed il film si rivela un fiasco al botteghino.

I contraccolpi di questo insuccesso, unitamente alle vicende giudiziarie di cui è suo malgrado protagonista, spingono l'attrice ad abbandonare definitivamente il mondo dello spettacolo. Nel corso della lavorazione di Malizia 2000 si sottopone alle cure di un chirurgo estetico, il quale le pratica delle iniezioni di collagene al viso, per nascondere alcuni inestetismi tipici dell'età, ma l'infausto effetto delle iniezioni al viso ha come risultato quello di deturparne i lineamenti.

Tale episodio è in seguito al centro di un processo civile, che vede contrapposta l'attrice al produttore e al regista del film, rei di averla costretta a sottoporsi al trattamento antirughe, nonché al chirurgo plastico, per avere materialmente eseguito le iniezioni di collagene. Secondo i legali di Laura Antonelli, i trattamenti estetici avrebbero sfigurato la propria assistita, deturpandone i lineamenti del viso, a seguito di una reazione allergica alle sostanze iniettatele. In conseguenza di ciò, ai tre viene chiesto un risarcimento di trenta miliardi di lire.

Dopo tredici anni di attesa, sulla base della relazione tecnica redatta da un pool di esperti, il Tribunale di Roma respinge la richiesta di maxirisarcimento e sentenzia che le alterazioni dermatologiche patite da Laura Antonelli non vanno ascritte alle sostanze iniettatele, bensì a una reazione allergica nota come edema di Quincke, che non ha nulla a che vedere con il trattamento estetico praticatole. Di conseguenza, il chirurgo plastico è scagionato da ogni accusa, così come il produttore e il regista citati in giudizio dai legali dell'attrice.

Le ripercussioni del processo per droga e l'eccessiva lentezza di quest'ultimo fanno scivolare Laura Antonelli in una condizione di profonda sofferenza psichica, che ne determina il ricovero presso il centro d'igiene mentale di Civitavecchia in più di un'occasione. Ciò spinge i legali dell'attrice a citare in giudizio il Ministero di Grazia e Giustizia, chiedendo un adeguato risarcimento. Nel 2003, a Laura Antonelli viene riconosciuto in primo grado un risarcimento di diecimila euro, ritenuto inadeguato a risarcire i danni di salute e di immagine patiti dall'attrice. Dopo il ricorso in appello, nel 2006 la cifra è elevata a 108.000 euro più gli interessi. La sentenza è confermata in via definitiva dalla Corte di Cassazione nel 2007.

Gli ultimi anni

Il 3 giugno 2010 l'attore Lino Banfi lanciò un appello dalle pagine del Corriere della Sera all'allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi e al ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi, in cui chiedeva sostegno economico per la Antonelli che si trovava in una situazione di sofferenza economica. Sebbene il Ministro avesse accolto la richiesta auspicando l'applicazione della legge Bacchelli a sostegno degli artisti, l'attrice fece sapere di preferire di non essere aiutata e di essere invece dimenticata.

Nel frattempo è stata interdetta ed i suoi tutori erano il Sindaco di Ladispoli Crescenzo Palliotta e il suo Avvocato Mario Paggi. Dal 2009 era sotto tutela dei servizi sociali.

Muore a Ladispoli nel giugno 2015 all'età di 73 anni vittima di un infarto.

Filmografia

Il magnifico cornuto, regia di Antonio Pietrangeli (1964)
Le sedicenni, regia di Luigi Petrini (1965)
Le spie vengono dal semifreddo, regia di Mario Bava (1966)
Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966)
La rivoluzione sessuale, regia di Riccardo Ghione (1968)
L'arcangelo, regia di Giorgio Capitani (1969)
Un detective, non accreditata, regia di Romolo Guerrieri (1969)
Venere in pelliccia (alias Le malizie di Venere), regia di Massimo Dallamano (1969-1975)
Sledge (A Man Called Sledge), regia di Vic Morrow (1970)
Gradiva, regia di Giorgio Albertazzi (1970)
Incontro d'amore, regia di Paolo Heusch e Ugo Liberatore (1970)
Gli sposi dell'anno secondo (Les mariés de l'an II), regia di Jean-Paul Rappeneau (1971)
Il merlo maschio, regia di Pasquale Festa Campanile (1971)
Senza movente (Sans mobile apparent), regia di Philippe Labro (1971)
Nonostante le apparenze... e purché la nazione non lo sappia... All'onorevole piacciono le donne, regia di Lucio Fulci (1972)
Trappola per un lupo (Docteur Popaul), regia di Claude Chabrol (1972)
Malizia, regia di Salvatore Samperi (1973)
Sessomatto, regia di Dino Risi (1973)
Peccato veniale, regia di Salvatore Samperi (1974)
Simona, regia di Patrick Longchamps (1974)
Mio Dio come sono caduta in basso!, regia di Luigi Comencini (1974)
Divina creatura, regia di Giuseppe Patroni Griffi (1975)
L'innocente, regia di Luchino Visconti (1976)
Gran bollito, regia di Mauro Bolognini (1977)
Mogliamante, regia di Marco Vicario (1977)
Letti selvaggi, regia di Luigi Zampa (1979)
Il malato immaginario, regia di Tonino Cervi (1979)
Mi faccio la barca, regia di Sergio Corbucci (1980)
Passione d'amore, regia di Ettore Scola (1981)
Il turno, regia di Tonino Cervi (1981)
Casta e pura, regia di Salvatore Samperi (1981)
Viuuulentemente mia, regia di Carlo Vanzina (1982)
Porca vacca, regia di Pasquale Festa Campanile (1982)
Sesso e volentieri, regia di Dino Risi (1982)
Tranches de vie, regia di François Leterrier (1985)
La gabbia, regia di Giuseppe Patroni Griffi (1985)
La venexiana, regia di Mauro Bolognini (1986)
Grandi magazzini, regia di Castellano e Pipolo (1986)
Rimini Rimini, regia di Sergio Corbucci (1987)
Roba da ricchi, regia di Sergio Corbucci (1987)
Gli indifferenti, regia di Mauro Bolognini (1988) Miniserie TV
Disperatamente Giulia, regia di Enrico Maria Salerno (1989) Miniserie TV
L'avaro, regia di Tonino Cervi (1990)
Malizia 2000, regia di Salvatore Samperi (1991)

fonte: Wikipedia

L'INNOCENTE - TRAILER

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