venerdì 9 gennaio 2015

attraverso Fontana


sono andata a vedere Chagall e la Bibbia, al museo Diocesano, di Milano, ovvio.
è una piccola estensione della mostra di Chagall a Palazzo Reale, sempre a Milano, ovvio.
allora la questione è che la mostra, entrambe ma direi pricipalmente la seconda, è di una tale meraviglia che nemmeno so da dove cominciare.
a Palazzo Reale ci sono andata due volte, figurati un po', ormai almeno due mesi fa.
è che davvero non so da dove si comicia a parlare di Chagall. 
pure ieri, a Rovereto, alla mostra sulla Grande Guerra al MART (che posto), La guerra che verrà non è la prima (e che titolo per una mostra per la miseria), tra i tanti c'erano due quadri di Chagall. uno,Il soldato beve, l'ho visto, come se avessi un radar, all'inizio della sala, a 50 metri di distanza.
va bene ne parlerò, di Chagall e della Grande Guerra al Mart, ma intanto parto da lontanissimo.
la sera che sono andata al Diocesano, al termine della breve mostra sui disegni tratti dalla Bibbia del maestro, una gentilissima signora addetta alla sorveglianza, pensando che non fossi paga di una così breve esposizione, mi ha invitato, anzi direi costretta, a visitare i resto del museo Diocesano.
io non avrei acconsentito, non avevo problemi a spiegare alla signora che ero contenta, e già ubriaca di bellezza, così com'ero, ma la timidezza di chi mi accompagnava non ha saputo dire di no, temendo di dare una grandisissima delusione a tanta generosità. ho girato per le sale a tasta bassa perchè non volevo vedere. non volevo vedere niente, tanto meno oro incenso mirra e santi.
alla fine del tour da carcerati abbiamo chiesto la via per l'uscita. la medesima signora, un vero mastino, una di quelle che tiene la presa fino alla vista del sangue, ci ha invitati a fare questo e quel giro perché avremmo incontrato una sala molto interessante. nonostante la mia bava alla bocca, qualcuno ha perfino chiesto quale stanza, e la iena ha detto: quella di Lucio Fontana. "ma non il solito Fontana dei tagli sulla tela, un altro Fontana, da vedere".
Fontana al Diocesano?  prima domanda nella mia testa, quando l'ignoranza vi alberga sovrana.
naturalmente, e pure da soli, perchè quando il senso di colpa ci domina non si può fingere nè trasgredire all'ordine impartito nemmeno se nessuno ti vede,  siamo andati nella sala indicata, quella di Lucio Fontana.
potrei dire di esserci entrata per sbaglio, a occhi chiusi o quasi, giusto per non torturare con il diniego chi non avrebbe potuto passare oltre la propria coscienza di aver detto si a una sconosciuta, ma qualcosa è successo.
ho visto.
ho visto qualcosa a cui penso.
ho visto quello che mi è sembrato un angelo ma è una madonna.
ho visto la Pala della Vergine Assunta.
l'ho vista venirmi addosso,come se stesse per investirmi.
non posso dire che mi abbia portata alla conversione, ma la folgorazione è avvenuta, sulla via per l'uscita, una sera di Dicembre.



c'erano anche altre figure, le ho intraviste, una via Crucis, anche quella era strana, era "bianca", era mossa.  poi c'erano altre due figure,


una di un frate, che scrive. mi sono sentita investita, come da un treno in corsa, l'ho vista venire verso di me, uscire dal muro, muoversi, camminare, avvicinarsi, toccarmi.


cosa dovevo fare?
scappare o guardare?
ho guardato.
e non dimentico.
nemmeno la signora...


fonte: nuovateoria.blogspot.it

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