lunedì 27 ottobre 2014

Gesù era sposato? Scoperto un frammento di papiro che parla della moglie di Gesù


Dopo l’annuncio della scoperta di un frammento di papiro che parla della moglie di Gesù, torna il tema del segreto del Santo Graal, custodito da Templari e Rosacrociani,
e che altro non sarebbe secondo alcuni il matrimonio tra Gesù e la Maddalena. Del sacro femminile e del suo autentico significato nella cristianità non avrebbe parlato solo Leonardo con la sua Ultima Cena, ma ne sarebbe stato fautore anche Dante Alighieri, membro della setta i “Fedeli d’Amore” di stampo rosacrociano.

E Gesù disse loro, mia moglie”… “Ella sarà in grado di essere mia discepola”…

Su un pezzo di papiro più piccolo di un biglietto da visita (8 x 4 cm) ci sarebbe la testimonianza che Gesù fosse sposato.
La fenomenale notizia di un frammento scritto in copto saidico (un dialetto dell’Egitto del Sud)  e risalente al quarto secolo è stata data da Karen L. King, studiosa di storia antica alla Harward Divinity School. L’annuncio è stato fatto nel corso del Convegno Internazionale di Studi Copti, che si è tenuto in questi giorni a Roma. Il vangelo scoperto è stato immediatamente soprannominato dalla stampa internazionale “Il vangelo della moglie di Gesù”.

Altre frasi presenti nel frammento sono:

Mia madre mi ha dato la vita,” e “Maria ne è meritevole”.

Ma la più sconcertante è certamente quella della possibilità che Gesù avesse una moglie.
La provenienza del frammento resta misteriosa, in quanto il proprietario ha chiesto di restare anonimo. La studiosa di Harward prima di dare l’annuncio al grande pubblico aveva condiviso la notizia solo con un ristretto numero di esperti di linguistica e papirologia, sebbene sia adesso pronta a far studiare l’enigmatico frammento anche ad altri. Ha detto anche che cercherà di spingere i proprietari a farsi avanti per dare maggiore credito a questa straordinaria scoperta.
Secondo gli esperti che lo hanno visionato, il frammento è comunque autentico e non un falso: le lettere sono scritte dalla mano di una persona non troppo colta, e il papiro e il tipo di inchiostro utilizzato sono compatibili con quelle usate nel quarto secolo dopo Cristo. Il modo di scrivere sembra ricondurre a una scrittura “non professionista”, cioè non quella di uno scriba,  magari compilata da qualche credente che voleva tramandare la dottrina cristiana mentre c’erano ancora in corso le persecuzioni.
La professoressa di teologia della Princeton University, AnneMarie Luijendijk, che ha collaborato con la King, ha dichiarato che “Sarebbe impossibile falsificarlo” e per vari motivi.  Ad esempio  il retro molto rovinato ma che presenta ancora dei frammenti di parola, oltre che il fatto che un presunto falsario avrebbe dovuto essere al contempo un esperto di grammatica copta, di scrittura manuale e di teologia e cultura dell’epoca in determinate zone dell’Egitto.
Sebbene il pensiero voli subito al bestseller di Dan Brown, “Il Codice da Vinci” che riporta romanzandole le voci più che ricorrenti nella storia di un matrimonio tra Gesù e la Maddalena, la King ha detto che il frammento non costituisce una prova inconfutabile che Gesù fosse davvero sposato. Lo scritto segue di quattro secoli la morte di Gesù. Ciò nonostante la studiosa dice che è interessante perché dimostrerebbe che ci fosse già un dibattito presente anche tra i primi fedeli sul valore del celibato nella Chiesa e sul ruolo della donna nella Cristianità.

Moglie fisica o spirituale?

C’è anche chi si è immediatamente lanciato a controbattere ogni ipotesi di una sposa di Gesù asserendo che all’epoca era possibile avere una moglie in modo simbolico e comunque la parola “moglie” potrebbe riferirsi alla Chiesa stessa come accade nel nuovo Testamento. Nell’Antico testamento invece il termine sposa è spesso riferito, parlando dei profeti, alla terra di Israele. Forse dunque non una moglie vera e propria, ma solo un simbolo spirituale già usato in altre parti delle scritture.
A favore dell’ipotesi di un Gesù sposato sono comunque alcune considerazioni di tipo storico: ad esempio il fatto che all’epoca sarebbe stato molto improbabile che un rabbi fosse celibe. Un predicatore non sposato in Palestina sarebbe dunque stato una grossa anomalia storica. Nella tradizione si racconta che solo Giovanni tra i discepoli non era ammogliato, mentre tutti gli altri 11 avrebbero avuto una sposa, incluso Pietro-Simone, futuro capo della Chiesa.  Anche nella cultura Essena, che secondo molti avrebbe avuto una connessione profonda con il messaggio di Gesù, il matrimonio era la regola.
Ma le considerazioni non si fermano alla figura di Cristo. Ben prima che si parlasse del frammento di papiro, i racconti e le testimonianze storiche di un matrimonio tra Gesù e la Maddalena sono proseguite per secoli, con tanto di persecuzioni per chi portava avanti questa idea. Del resto la figura di Maria Maddalena ha una rilevanza notevole nel Nuovo Testamento: è a lei che Gesù appare per primo dopo la resurrezione e non a Pietro o gli altri discepoli. La sua figura è dunque – al di là che fosse sua moglie o meno – di eccezionale importanza nella storia di Gesù: lei è la prima evangelista in un certo senso, e la prima discepola.

La leggenda di santa Sara, figlia di Gesù

Nel corso dei secoli alla storia di Maddalena, della sua fuga in Francia e del suo possibile matrimonio con Gesù (addirittura seguito dalla nascita di un bambino), in molti hanno creduto. Nel sud della Francia esiste una piccola chiesa, (Les Saints Marie de la Mer) visitata da migliaia di gitani ogni anno che custodisce le spoglie mortali di Santa Sara, la misteriosa fugura che avrebbe aiutato Maria Maddalena assieme a Maria di Giacomo (zia di Gesù e sorella di Maria)  e Maria Salomé (madre di Giovanni e Giacomo) a traversare il Mediterraneo a bordo di una barca per giungere in Europa.
Sarebbero le tre Marie che avevano vegliato assieme a Maria madre di Gesù e Giovanni la crocefissione, che avrebbero assistito alla deposizione e a cui Gesù si sarebbe rivelato dopo la resurrezione.
La figura più enigmatica sarebbe comunque quella di Santa Sara, scura di pelle, ha anche una statua che tra il 24 e il 25 maggio di ogni anno riceve la venerazione dei fedeli gitani che la chiamano “Sara-la-Kali”, ovvero Sara la Nera. In tutto il mondo mediovale esistono effigi di queste misteriose Madonne nere, ed ella sarebbe la capostipite.
Sulla storia di santa Sara ci sono molti racconti: si dice che venisse dalla Camargue, nel Sud della Francia, o che fosse una egiziana, o libica. Sta di fatto che in alcune tradizioni più eretiche ella sarebbe addirittura la figlia di Gesù e di Maria e quindi il vero Santo Graal, ovvero il frutto del grembo della Maddalena, raffigurato simbolicamente come una coppa che racchiude il sangue di Cristo.
Secondo la tradizione le tre Marie sarebbero arrivate nella Francia nel 42 dopo Cristo per mare e da lì avrebbero continuato a evangelizzare il messaggio di Cristo. Si hanno testimonianze storiche nel V secolo di un piccolo isolotto boscoso, dove c’era un piccola chiesa proto cristiana chiamata Sainte-Marie de l’Ilot, o Sainte-Marie-de-Ratis.
L’edificio venne probabilmente distrutto tra l’VIII ed il X sec. in seguito alle invasioni saracene, e successivamente ricostruito.  Nel XII sec.  la chiesa viene ampliata  e nel 1315 è l’anno di fondazione della Confraternita delle Saintes Maries. Notre-Dame-de-la-Mer diventa meta di visita di numerosi pellegrini, e parte del Cammino di Santiago. Nel 1349 si scava la cripta sotterranea e nel 1448 una bolla papale autorizza il re di Francia Renato d’Angiò, conte di Provenza, ad intraprendere degli scavi. Verranno scoperti i resti delle “Sante Marie”, successivamente riposti in una teca doppia sistemata, fin da quei tempi, nella Cappella Alta. Lo stesso re, l’anno successivo, farà ampliare la cripta.
Secondo un elenco pubblicato nella discussa raccolta di documenti denominati “Dossiers Segreti”, Renato d’Angiò ricoprì dal 1418 al 1480 la carica di IX Gran Maestro del Priorato di Sion, la misteriosa associazione segreta nata in seno ai Cavalieri Templari, il cui scopo era quello di preservare e perpetrare la stirpe divina del Cristo. Non sembra, quindi, un caso, che egli si sia dato tanto da fare per approfondire e diffondere il culto della Maddalena in Francia. Va sottolineato, però, che i “Dossiers Segreti” sono da tempo ormai considerati inattendibili, e che non esistono prove documentali sulla reale esistenza storica del Priorato di Sion. La leggenda, per quanto suggestiva, è quindi ancora destinata a rimanere come tale.

Maria Maddalena e i Catari
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Tra le verdi colline della regione francese della Linguadoca, c’è comunque un forte fermento religioso e culturale  nel periodo medievale. Da una parte, il diffondersi a macchia d’olio del culto di Maria Maddalena,  sfuggita alle persecuzioni cristiane e che avrebbe trovato rifugio in questa zona della Francia e dall’altra la diffusione ed alla proliferazione del movimento religioso dei Catari, o Perfetti, che predicavano il rinnovamento spirituale accogliendo l’eredità delle dottrine gnostiche e forse degli antichi Esseni.
I Catari furono ferocemente perseguitati dalla Chiesa, una vera e propria guerra santa a cui dovettero prendere parte anche i Cavalieri Templari, sia pure con riluttanza. La Crociata bandita contro i Catari si concluse con l’assedio della fortezza di Montsegur, durato quasi un anno, prima dell’inevitabile capitolazione. Si tramanda che il papa responsabile di tale carneficina, Innocenzo III, avesse ordinato l’uccisione sistematica di tutti i seguaci della dottrina catara, indipendentemente dal sesso e dall’età.
Come mai tanto accanimento? Molte teorie riguardano un segreto pericoloso per la Chiesa, custodito dai seguaci, lo stesso segreto che Maria Maddalena avrebbe portato con sé dalla Palestina: la progenie di Cristo, il Sangue Reale, in altre parole, il Graal.
I Catari credevano che lo spirito fosse puro, ma che la materia fisica fosse contaminata. Essi erano apertamente tolleranti verso la cultura ebraica e musulmana e sostenevano anche l’uguaglianza dei sessi. Come livello di apprendimento e di educazione, i Catari erano tra i più colti nell’Europa di quel periodo, permettendo uguale accesso all’istruzione ai ragazzi e alle ragazze. Di tutti i culti religiosi nati in epoca medievale, il catarismo era il meno minaccioso, ma la tradizione sviluppata in Provenza, già dal I secolo, sulla storia dei discendenti di Gesù alla Chiesa romana non piaceva. Al pari dei Cavalieri Templari, i Catari non volevano assolutamente sostenere la tesi che Gesù fosse morto sulla croce. Si riteneva così che possedessero sufficienti informazioni attendibili per smentire clamorosamente la storia della crocifissione. C’era soltanto una soluzione per un regime disperato che aveva paura di perdere credibilità. Dalla Chiesa di Roma fu impartito un ordine: “Uccideteli tutti”.


Cosa si sa di Maria Maddalena? Che sarebbe morta  nel 63 d. C. all’età di 60 anni, a St. Baume. Il suo esilio verrebbe raccontato da Giovanni nel libro della Rivelazione (l’Apocalisse), in cui si descrive di Maria Maddalena e di suo figlio e della loro persecuzione e fuga a causa della sua progenie da parte dei Romani.

“Poi un grande segno apparve nel cielo: una donna [ri]vestita del sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul capo. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
Apparve ancora un altro segno nel cielo: ed ecco un gran dragone rosso, che aveva teste e 10 corna e sulle teste 7 diademi. La sua coda trascinava la terza parte delle stelle del cielo e le scagliò sulla terra. Il dragone si pose davanti alla donna che stava per partorire, per divorarne il figlio, non appena l’avesse partorito. Ed ella partorì un figlio maschio, il quale deve reggere tutte le nazioni con una verga di ferro”.

La Chiesa rivede nella donna Maria madre di Cristo, mentre la tradizione esoterica Maria di Madgala e la sua progenie. Tra le fonti scritte sulla vita di Maria Maddalena in Francia troviamo “La vita di Maria Maddalena”, di Raban Maar (776-856), arcivescovo di Magonza (Mainz) e abate di Fuld. Da notare che il termine “Miriam” più che un nome ha un significato di guida spirituale femminile nella tradizione ebraica, mentre i “Moses” sarebbero le guide maschili.
Quindi la Maddalena, prima testimone della resurrezione, sarebbe stata una guida spirituale. Dopo il suo arrivo in Francia Maria Maddalena avrebbe continuato l’opera di predica e di guarigione e trascorso lunghi anni in meditazione e in digiuno  in una grotta.
Il culto più attivo della Maddalena s’insediò poi a Rennes-le-Chateau, nella regione della Linguadoca. Ma anche altrove, in Francia, sorsero molti santuari dedicati a S.te Marie de Madelaine, fra cui il luogo della sepoltura a Saint Maximin-la-Sainte Baume, dove i monaci dell’ordine di San Cassiano vegliarono sul suo sepolcro e tomba in alabastro dall’inizio del 400. Un’altra importante sede del culto della Maddalena fu Gellone, dove l’Accademia di Studi Giudaici fiorì durante il IX secolo. La chiesa a Rennes-le-Chateau fu consacrata a Maria Maddalena nel 1059 e nel 1096, l’anno della Prima Crociata, ebbe inizio la costruzione della grande Basilica di santa Maria Maddalena a Vézelay. Nel redigere la Costituzione dell’Ordine dei Cavalieri Templari nel 1128, San Bernardo da Chiaravalle menzionò specificatamente il dovere di “obbedienza a Betania, il castello di Maria e Marta”. E’ quindi molto probabile che le grandi cattedrali di “Notre Dame” in Europa, tutte sorte per volere dei Cistercensi e dei Cavalieri Templari, fossero in realtà dedicate a Maria Maddalena.
La devozione alla Maddalena cominciò a diffondersi. La troviamo in statue, dipinti, fregi, pannelli dell’altare e illustrazioni dei manoscritti. Era usualmente rappresentata o al momento di ricevere l’incarico da Gesù o mentre predicava alle folle.
Si diffuse in tutta Europa il racconto del suo arrivo in Francia attraverso la “Legenda Aurea”, un testo del XIII secolo sulle vite dei santi che veniva letto in ogni chiesa e monastero. Nell’iconografia classica Maria Maddalena veste di nero e porta un mantello rosso, oppure, come appare in molti dipinti, sotto la tunica nera ne indossa una rossa, segno della sua dignità sacerdotale.
Probabilmente, come Gesù, ella apparteneva alla setta dei Nazirei. Nazireo deriva da “Netzah” figura associata alla lunare Iside egizia e gli appartenenti alla setta vestivano tuniche nere. Maddalena trova la sua etimologia in Magdalha, “Torre”, e proprio Maria Maddalena spesso veniva indicata dai Cavalieri Templari come Madre del Graal e sposa del Messia. Da questi simboli si intuisce anche un legame fra il culto di Maria Maddalena e le celebri Madonne Nere, presenti non a caso soprattutto in Francia.
Ma finalmente dall’attenta lettura sempre per opera di Iacopo da Varazze della famosa “Legenda Aurea”, uno dei primi libri stampati a Westminster da William Caxton nel 1483, emerge la verità. Il libro è una raccolta di cronache ecclesiastiche che narrano dettagliatamente le vite di alcune figure di santi. Molto venerata, l’opera veniva letta in pubblico regolarmente (spesso tutti i giorni) nei monasteri e nelle chiese medievali dell’Europa continentale.
Secondo l’antico e venerato testo ecco la vita di Maria Maddalena:

Maria nacque da una famiglia nobilissima che discendeva dalla stirpe regale; il padre si chiamava Siro e la madre Eucaria. Insieme al fratello Lazzaro e alla sorella Marta possedeva Magdala, che si trova vicino a Genezareth, Betania, vicino a Gerusalemme e una gran parte di quest’ultima città. Quando i fratelli si divisero fra di loro tali beni, Maria ebbe in sorte Magdala, donde prende il nome di Maddalena, Lazzaro ebbe una parte di Gerusalemme e Marta Betania.
Maddalena era dunque ricchissima, quanto ricca altrettanto bella e non rifiutava al proprio corpo alcun piacere tanto che era da tutti chiamata la peccatrice. Cristo in quel tempo stava predicando lì vicino, ed essa, per divina ispirazione, si recò nella casa di Simon lebbroso dove Cristo si era fermato; Ma non osando, la peccatrice, mostrarsi nel contesto dei giusti rimase in disparte; lavò, con le sue lacrime i piedi di Gesù, li asciugò con i capelli e accuratamente li unse con l’unguento prezioso.
Pensava frattanto il fariseo Simeone: ‘Come può permettere un profeta di essere toccato da una peccatrice?’. Ma il Signore ne riprovò l’orgogliosa giustizia rimettendo alla donna ogni peccato. Costei è infatti quella Maria Maddalena a cui il Signore accordò ogni favore ed ogni senso di benevolenza: scacciò dal suo corpo sette demoni, l’accolse nella sua amicizia, si degnò di essere suo ospite ed in ogni occasione le fu difensore”.

Da un brano seguente

“quattordici anni dopo la passione del Signore, quando Stefano era stato già martirizzato e gli altri discepoli scacciati dalla Giudea, i seguaci di Cristo si separarono per le diverse regioni della Terra per diffondere la parola di Dio. Tra i settantadue discepoli c’era il beato Massimino a cui fu affidata da S.Pietro Maria Maddalena, Lazzaro, Marta, Marcella (la domestica di Marta) … furono posti dagli infedeli su di una nave e spinti in mare senza nocchiero perché vi perissero; ma per volere divino giunsero a Marsiglia dove non vi fu alcuno che li volesse ricevere nelle proprie case, cosicché dovettero ripararsi sotto il porticato di un tempio.”

Nel lungo brano successivo Maria Maddalena dopo aver visto entrare la gente del posto in un tempio per sacrificare agli idoli, iniziò a predicare la parola di Cristo.

Abbatterono poi tutti i templi dedicati agli idoli situati a Marsiglia ed eressero chiese al signore e Lazzaro divenne vescovo di quelle città. Dopo poco la Maddalena e gli altri discepoli si recarono ad Aix in Provence dove con molti miracoli convertirono il popolo alla fede di Cristo e il beato Massimino fu ordinato vescovo. Frattanto la beata Maddalena, desiderosa di dedicarsi alla contemplazione delle cose celesti si recò nel deserto e vi rimase per trent’anni’.

Leonardo, Dante e il femminile sacro

Dan Brown avrebbe dunque costruito il ‘fidanzamento’ di Gesù e la Maddalena, e i loro figli in terra francese (da cui avranno poi origine i Merovingi…) sul viaggio della donna raccontato (da tutte le fonti) nelle modalità sopracitate. La ‘Legenda Aurea’, scritta dal 1255 al 1266, sarà divulgata attraverso i secoli e dalla quale diversi pittori prenderanno spunto per dipingere episodi del viaggio della Santa e di cui venne probabilmente a conoscenza anche Leonardo.
Leonardo, secondo alcuni Gran Maestro del Priorato di Sion, avrebbe ritratto nell’Ultima Cena lo sposalizio di Maria e Gesù.
Sui simboli che Leonardo avrebbe celato nel famoso affresco si sono scritti fiumi di parole, dopo la risonanza internazionale data dal libro di Dan Brown: ad esempio l’aspetto femminio di Maddalena/Giovanni occultato da restauri successivi, il gesto minaccioso di Pietro sul collo di lei (come a suggerire che la Chiesa aveva messo a tacere la vera natura del rapporto tra Maddalena e Gesù) e così via.
Ma non sarebbe solo il celebre genio della Gioconda ad aver celebrato il femminile sacro, bensì secondo alcuni anche il divino Poeta.  In base ad una scuola di pensiero iniziata il secolo scorso, Dante Alighieri, come buona parte dei poeti del Dolce stil novo, avrebbe fatto parte di un ordine segreto iniziatici, i Fedeli d’Amore, legato ai Templari e Rosacrociani ed in forte sospetto di eresia. In tutte le loro poesie e nei loro scritti troviamo il simbolismo della Donna come Sapienza Trascendente (Hagia Sophia), come pure quello della “Candida Rosa”.  Dante condannava aspramente la Chiesa, chiamava il papa un falso Pastore,  e  a causa di questa sua lotta fu mandato in esilio dall’amata Firenze.  Beatrice, il simbolo della donna amata, è il suo primo ponte verso l’incontro con Dio, un segno di come egli abbia ampiamente esaltato il sacro femminile come esempio di divina Sapienza, per poi passare a San Bernardo, sua ultima guida e guarda caso creatore della regola dei Templari.

San Bernardo conduce infatti Dante a Dio e Dio, lo dice espressamente Dante nel canto 33 del Paradiso, ha un’effige umana, tema squisitamente rosacrociano. I Rosacroce sarebbero stati custodi del mistero sul vero Santo Graal, rappresentato da una coppa, ma che altro non sarebbe stato, come dicevamo prima, il ventre della Maddalena, madre della progenie di Cristo e sua sposa sacra.
Sebbene sulla connessione tra Dante, Templari e Rosacrociani ci sono state molte discussioni, anche discordi, resta il fatto che, Maddalena o meno,  nell’antichità esiste chi abbia celebrato il femminile come parte fondamentale di un’autentica trasformazione spirituale. Se fosse anche solo per questo, anche se la leggenda di uno sposalizio da Gesù e la Maddalena risultasse un falso, questa tema rimane di significativa importanza anche al giorno d’oggi.

Palombella per Dionidream

Per approfondimento:



fonte: terrarealtime:blogspot:it

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