sabato 21 giugno 2014

connessioni profetiche

La Connessione tra le Profezie di Malachia sul Papato e l'Apocalisse di Giovanni

Premessa

Questo articolo riesamina e collega tre eventi fondamentali nella storia dell'uomo, così come risultano tracciati da duemila anni nel libro dell'Apo­ca­lis­se, e da una successiva profezia, cercando di far chiarezza su concetti che – pur estranei alla men­ta­lità corrente e senza spaziare su certi presupposti teologici artificiosi e per lo più privi di fondamenta oggettive – rilevano nei fatti, negli accadimenti e con ogni probabilità nel prossimo futuro degli esseri umani, credenti  o meno che siano.

Si tratta di 3 capisaldi della Rivelazione, cioè di un processo in­for­ma­ti­vo di natura trascendente, in­ter­dimensionale e potente, in grado di in­fon­de­re ad una mente umana ricettiva e predisposta, conoscenze che da sola non potrebbe raggiungere, con chiarezza più che suf­fi­cien­te a trascriverle riportandole in modo indelebile; un fenomeno questo non lontano da esperienze verificate anche in ambito scientifico. Speciale dunque non è tanto la visione, quanto i contenuti che oltrepassano il presente e che, nella conoscenza superiore di un Essere di Luce, possono spaziare di secoli e millenni, avanti o in­die­tro nel tempo (lo stesso ‘tempo’ la cui no­zio­ne scientifica è as­sai contestata e dibattuta a livello astrofisico etc.).

A tali contenuti si può prestare fede o meno in un certo arco di tem­po, non di­spo­nen­do che di un´unica fonte d´informazione e nes­su­na riprova; si corre anzi il rischio di vederli stru­men­ta­liz­zati da chi ne trae il proprio potere e profitto, a scapito di chi si fida. Ma quando gli eventi predetti cominciano a prender corpo, le cose cam­bia­no e la consapevolezza si sveglia alla realtà; o almeno do­vreb­be, po­i­ché i con­di­zio­na­menti affondano radici profonde nella sfera emotiva e nel sub­con­scio, in certi casi inestirpabili.


Premetto che prima di avventurarsi nella lettura di questo post, consiglio di leggere le 9 lettere di Cristo (dettate negli anni intorno al 2000) per cogliere il senso di alcuni passi significativi e ottenere una visione più ampia, onde evitare di cadere in giudizi affrettati.

Questa introduzione sintetizza la di­na­mi­ca di lettura, i tre capitoli sono dunque:

1) L'Apocalisse in sé, prevista come punto d'arrivo, ter­mi­na­le di 2000 anni di evoluzione/involuzione; diciamo un giro di boa di portata planetaria, anche astrofisica, connesso ai processi interni della storia umana. È una scadenza attualmente connessa alla durata del pa­pa­to, descritta dalle profezie di S.Malachia; all'av­ven­to dell'an­ti­cri­sto ed al ritorno di Cristo stesso alla volta della Terra. Ciò che – chiariamolo subito – non implica affatto un ritorno in carne ed ossa, di per sé poco significativo, se non in­suf­ficiente nell'odierna dimensione mon­diale. Sarebbe anzi il caso di riflettere attentamente sull´im­por­tan­za primaria di una Sua pre­sen­za energetica ed in­ter­di­mesionale, di un li­vel­lo tale da poter dirimere le sorti di un pianeta che è quasi allo sfascio. Lo so che non è un concetto comune, ma funziona così.

2) Le profezie di S.Malachia, che preannunciano la se­quen­za di 112 papi, l'ultimo dei quali come il perno della prova di banco per l´Umanità. Esso è collegato alla com­par­sa della Bestia 666, a tri­bo­la­zio­ni che pre­ce­do­no la di­stru­zio­ne di Roma ed al Giudizio finale.

3) Il ritorno di Cristo, anch'esso atteso dalle Scritture tra­di­zio­na­li, che si è verificato dal 1998 al 2007 ed ha preso forma di un dettato agli umani in almeno 9 LETTERE fondamentali, seguite da altre comunicazioni e sug­ge­ri­men­ti più o meno periodici. La Sua Voce po­trà udir­la chiun­que sia ben di­spo­sto, po­i­ché è la ra­tio del Suo ri­tor­no ed è la sola via di usci­ta dal­la peg­gio­re del­le sor­ti. Stra­na­men­te, sono i cre­den­ti che la sen­to­no di meno. La chie­sa, zero, il che è indicativo. 

Vorrei chiarire in proposito che ciò non comporta credulità, bensì spe­ri­men­ta­zio­ne diretta e individuale, seguendo il con­te­nu­to delle 9 LETTERE; dopodiché ognuno rimarrà libero di espri­me­re una sua opinione. Pretendere di esprimerla pri­ma in­ve­ce ha davvero poco senso. Per quanto verrà esaminato in seguito, il punto significativo di tale evento sta nel costituire un preciso riferimento tem­po­ra­le – da secoli evidenziato a 360° – rispetto al momento del Giudizio nonché agli ultimi passaggi del papato.

Con un caloroso invito a cancellare dalla mente fin da ora ologrammi cattolici insensati come la fine del mondo (qua­le?), la fine dei tempi (quali?), il Giudizio universale con resurrezione della carne etc.. Sono tutte falsità prive di senso; nel migliore dei casi nozioni adulterate. Le sole risposte veritiere si trovano enunciate nelle 9 LETTERE, da parte di Chi le possiede.

Detti tre punti concorrono alla comprensione di un quadro unico, sia per lo sviluppo che per l'esito, rispetto al quale ciascuno verrà posto in gra­do di scegliere in quale direzione muoversi e con quale campo ener­ge­ti­co-vibratorio sintonizzarsi; e non si tratta solo di accendere la radio… Forse un intermezzo di sintesi aiuterà chi va di corsa:

- Era atteso il ritorno di Cristo, ed è ritornato con parole chiare, dopo un ineguagliabile preavviso da prime pagine;- I papi dovevano essere 112 in tutto, con specifiche a dir poco predefinite, e siamo al 112°;
- L'ultimo è l'anticristo ufficiale, e il suo nome corrisponde al numero della bestia, [de] scritto da 2000 anni con pesantissimi annessi e connessi;
- lo scrivente ha potuto disvelarlo - secondo l'invito e i dettami esplicitati nella Rivelazione-Apocalisse - con certezza matematica; ma non l'ha inventato: unico in un contesto che da secoli è sotto i riflettori, l'algoritmo di calcolo è implicito ed è quello.
- Ne deriva che a questo punto inizia, anzi procede il conto alla rovescia; in poco più di due anni saremo costretti a fare delle scelte drastiche. In base a queste interagiremo con il nostro futuro; a ciascuno il suo. Potete sempre provare – se vi riesce – a considerarla, e farla considerare, una bufala.

Oppure sentite quello che ha da dirvi, nella pagina 127 riprodotta dalla Sua IV LETTERA.




Nove secoli fa, Papa Innocenzo II convocò a Roma l'arcivescovo Malachia per ag­giornare il Vaticano sulla sua diocesi in Ir­lan­da del Nord. Malachia affrontò l'arduo viag­gio fino a Roma, ove rese esaustivo rapporto. Al momento di lasciare Roma per ritornare alla sua chiesa, Malachia ebbe quella che descrisse come una visione frenetica, se non allucinante. Ricevette in tal modo le in­di­ca­zio­ni simbolico-descrittive per ciascun Papa a venire, e in progressione, da Innocenzo II fino al papa finale, definito ‘Petrus Romanus’ nella pagina sopra riprodotta, pubblicata nel Lignum Vitae” da Arnoldo Wiom nel 1595.

Chi amasse sbizzarrirsi nei 111 dettagli, ne troverà qua una certa documentazione, vedi anche La Profezia dei Papi. La visione di Malachia registrò 112 papi, dei quali il papa attuale di nome Francesco è l'ultimo, cioè 112º.  Nondimeno qualcosa separa i primi 111 – un numero fa­ti­di­co, come e più dell'ormai noto Fattore 11 – dal 112º.  Le dimissioni del 111º papa "Gloria olivæ", identificato sen­za riserve come Benedetto XVI, non appaiono solo per­so­na­li, ma potrebbero essere considerate significative di una sorta di dismissione di tutto il papato. 



Il ritorno di Cristo

Contrassegnate queste dimissioni da un inconfondibile fulmine sulla basilica di S. Pietro, sfido chiunque a gridare al caso fortuito; soprattutto un caso che risponde in modo inconfutabile alle parole con le quali il Cristo stesso aveva annunciato il suo ritorno nell´ultima della 9 LETTERE circa nel 2007:


«Quando i ministri del culto cristiano accetteranno senza riserve che IO, il CRISTO, sono davvero ritornato a parlare alle genti di tutto il mondo, ‘come un fulmine che colpisce da est a ovest’, e saranno pronti ad insegnare dai pulpiti il mio vero messaggio,…»

Chi altri mai avrebbe potuto scriverla con sicurezza altrettanto precisa, da vederla poi seguire dai due veri fulmini, a Roma e a Rio de Janeiro («da Est a Ovest»)?


Il secondo fulmine, che toccherà infatti la punta del dito medio della Statua di Cristo sulla cima del monte Corcovado, da cui è storicamente intitolato a proteggere la città, per il suo evidente valore rappresentativo di risonanza mondiale e combinato al pre­ce­den­te, lascerà increduli solo gli scioc­chi. Oserei dire che il fatto più straordinario è che abbiano potuto essere ripresi in tale guisa da diffonderne l'immagine in­di­scus­sa nel mondo; un mondo che dal canto suo è ancora più bravo a far finta di non sentire.


Ritorno affermatosi negli anni successivi al 1978, che lo si voglia accettare o ciecamente rifiutare; ancorché in una forma non corporea, ma con messaggi inconfutabili. E non perché, incarnato, avrebbe nuovamente rischiato la croce senza tanti ripensamenti, ma perché la civiltà evolve e con essa le manifestazioni e le possibilità di comunicare nel modo più vasto ed efficace. Due segni inequivocabili hanno rimarcato il Suo monito, il primo sulla sede del Vaticano proprio il giorno in cui il 111º dei papi si è ritirato.

Ora, che lo si voglia comprendere o meno, si è avviata l'ultima fase: quella, profetizza Malachia, delle tribolazioni, superate le quali, la città dei 7 colli verrà distrutta ed il tremendo Giudizio avrà seguito:

"In prosecutione extrema S.R.E. sedebit. Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus: quibus transactis civitas septicollis diruetur, et Iudex tremendus iudicabit populum suum. Finis".

Si aggiunga un altro tassello, estrapolato dal sito Profezie3m:


"Tale strapotere durerà soltanto tre anni e sei mesi, perché lo sperderà nel secondo avvento glorioso dal cielo il Figlio Unigenito di Dio, il nostro Signore e Sal­va­to­re, il vero Cristo che col soffio della sua bocca sopprimerà l’An­ti­cri­sto ricacciandolo nel fuoco della geenna".


Tre e mezzo è il numero di spire in cui è avvolto il serpente dell'energia vitale alla base della nostra spina dorsale; gli esoteristi dovrebbero notarlo. 

Il “secondo avvento glorioso dal cielo” è una descrizione facile da interpretare, anche nel suo escludere la reincarnazione. “Il vero Cristo” esprime fin troppo bene senso e contenuto delle 9 LETTERE. Quanto al “soffio della sua bocca”, può ben indicare una forte, decisiva pre­sen­za verbale in luogo di una persona in carne ed ossa; presenza a lungo argomentata in man­can­za di cognizioni reali sugli altri livelli di esistenza, ma non più possibile, come chiarificato all'inizio del com­men­ta­rio e delle LETTERE stesse. Ciò nonostante, al Suo dichiarato e di­mo­stra­to avvento si preferisce non dare credito alcuno. I fulmini e le lettere non bastano…


Nondimeno, come ho detto, è solo un problema di voler ascol­ta­re oppure no. Il “Giudizio” è più che mai all'opera e nes­su­no dovrà rispondere di ciò che decidono gli altri, ma dovrà farlo per se stesso; e sia chiaro che questo è un fatto scien­ti­fi­co-energetico, più preciso ed ineluttabile di un estrat­to conto di banca. Cose e concetti semplici possono rivelarsi spesso più ter­ri­bi­li di quelli complessi, forse anche perché sono più difficili da inquadrare e [far] comprendere nella loro reale natura; e in ogni caso quando si scontrano con interessi di portata planetaria e secolare, con buona pace dei fedeli.

Un altro punto fondamentale da chiarire, frutto di enormi teorizzazioni volte a condizionare le menti incolte ed ancora più quelle colte, ma basato su presupposti inesistenti, o tal­men­te assurdi da essere presi per veri proprio perché sca­val­cano i confini di ogni senso comune, è quello che parla della cosiddetta fine del mondo. 

Il resoconto della visione recita esplicitamente: “In pro­se­cu­zio­ne extrema Santa Romana Ecclesia sedebit”. La frase è situata, forse volutamente, tra ‘Gloria olivæ’ e ‘Petrus Ro­ma­nus’; ed è terminata da un punto [.] ben distinguibile (e non una virgola). Potrebbe anche indicare il cardinale ca­mer­len­go, che ricoprì la Sede Vacante seguita al­l'ab­di­ca­zio­ne di Benedetto XVI il 28 febbraio 2013. Il suo nome è PIETRO Tarcisio Bertone nato a ROMANO Canavese…ciò che potrebbe tradire una fugace sovrapposizione della sua funzione transitoria con l'insediamento del nuovo Papa. Altre ipotesi tendono ad inquadrare il sinonimo (Petrus [romano], l´ultimo dei papi come il primo: Alfa ed Omega – o ancora rif. al nome originale [S.] Francesco di Pietro, patrono di Roma), ma non importa; se anche il dettaglio può apparire con­tro­ver­so, prevalgono le rispondenze di una visione di tale complessità, con un anticipo di nove secoli; e forse ciò che ora non è palese lo sarà presto.

Prosecuzione estrema del papato comunque, e non per­se­cu­zio­ne, come taluni hanno preferito interpretare no­no­stan­te il palese nonsenso; tant´è che vede concludersi la rassegna con la parola Finis (e non ‘Amen’). Un termine questo che a sua volta enfatizzato da molti, ma che ha motivo di riferirsi alla lista in sé stessa, nella specie alla "prosecutio" del papato; una dichiarazione esplicita (proprio perché inat­te­sa secoli fa) che esso sarebbe giunto al suo capolinea con il 111° pontefice; per poi scoprire le carte all'ora dell'anticristo.

Che tale fine possa rivelarsi accompagnata o simultanea ad eventi drammatici, dato che il potere devastante che l'es­se­re umano esercita più o meno consapevolmente a danno del suo stesso pianeta, e pure cataclismatica non dovrebbe sorprendere, trattandosi di una sorta di nemesi di un debito accumulatosi per millenni. Tuttavia non vi è accenno al mondo in quanto tale; una re­al­tà del resto difficilmente definibile e tantomeno iden­ti­fi­ca­bi­le con il solo pianeta Terra. Le stelle si vedevano anche nello scorso millennio e nulla di drastico ed epocale ave­va­no a spartire con le sorti di un singolo pianeta, anche se Tutto è Uno. D'altro canto, l'assurdità di tale reiterato an­nun­cio non fa che rendere il tutto meno credibile alle menti razionali, senza più distinzione dei contenuti. Di certo sarebbe più appropriato parlare della “fine di un mondo” che non della la “fine del mondo”; e questo se lo augurano tutte le persone di cuore, anche se pagarne il prezzo spaventa. Lo stesso vale per “la fine dei tempi”, di cui nessuno sa o comprende alcunché. 


Motti ed expertise come il solito e soprattutto in occasioni similari si sprecano, ma solo per au­men­ta­re la confusione; poiché la conoscenza sta a zero, molti improvvisano i loro pareri e non di rado alterano le fonti. E questo vale a maggior ragione in fatto di teologia, con tutti i suoi artefatti e le dottrine che ne conseguono, intellettualmente rimaneggiate.
È successo fin dal tempo degli apostoli di Gesù di Nazareth, e Cristo stesso è ritornato a spiegarcelo. A chiare LETTERE! 
Minore è la conoscenza, maggiore il vezzo di rendere tutto così complicato che solo gli addetti possano decifrarlo, per appropriarsene con il massimo sussiego, arricchendolo di nuove sfaccettature interpretative e dottrinarie. 


Il Giudizio quindi, per quanto terribile, non è ne­ces­sa­riamente connesso ad altra fine che non sia una tran­si­zio­ne, sebbene verosimilmente accompagnata da cataclismi in ordine ad un passaggio epocale astrofisico; e sarà un giu­di­zio con­na­tu­ra­to ai campi di energia mentale e spirituale che la nostra dotta igno­ran­za si ostina, nel migliore dei casi, a generare alla cieca. Senza Amore e con l'egoismo costante si semina solo danno… e se ne vedrà il raccolto anche se la nostra scienza non è ancora in grado di appurarlo!

Per chi è intenzionato a riscattarsi, nelle sue 9 LETTERE Cristo annuncia nuovi e benèfici millenni a cui aspirare, non il collasso definitivo e totale; ma meritarli non sarà sem­pli­ce, né il­lu­so­rio come recarsi ogni tanto a votare. Né si tratta di resurrezione della carne con vita eterna: mai sentita una contraddizione più grande: davvero credete che potreste vivere in eterno con i vostri limiti individuali attuali? E che ognuno si fermerebbe al suo livello di sviluppo, in­di­pen­den­te­men­te da quello degli altri? Se è così, con­si­de­ra­te che potreste essere discendenti dalle scimmie, ma che po­tre­ste non essere affatto gli esseri più evoluti sul pianeta. Bene, veniamo al nocciolo del problema, che ci riguarda sem­pre più da vicino.


L'Apocalisse di Giovanni

Delle scritture dell'Apocalisse più o meno tutti sono di certo al corrente. Non occorre commentarla o riprodurne parti e versetti, che potrete reperire con estrema facilità. Intendo solo documen­ta­re l'aspetto principale, più vicino, pressante e pericoloso che sovrasta gli uomini del mondo, poiché si avvicina il mo­men­to di scegliere, senza vie di mezzo, e quella di di­fen­der­si; e per difendersi bisogna sapere da cosa e da chi.

Sei secoli fa una prima verità (per così dire) è stata rappresentata, nel modo che vedremo. Tuttavia è interessante osservare che, nonostante la dif­fu­sio­ne ed il dibattito più o meno acceso e secolare im­per­nia­to sui versetti dell'Apocalisse di Giovanni, la cui origine nes­su­no pone in dubbio, ed il ripetersi e riproporsi di ar­go­men­ti di estrema criticità per il futuro dell'uomo; e nonostante l'evidenza sempre maggiore dell'avvicinarsi di esperienze evolutive dai tratti paurosi, nessuna di tali affermazioni ha conseguito l'evidenza ed una certa stabilità di opinione. Vale a dire che nulla è cambiato nella visione quotidiana, come pure nelle peggiori abitudini dell'homo sapiens. Di conseguenza non sorprende che lo attendano le prove mag­gio­ri, le sole in grado di lasciare il segno!

Mi rifarò, per semplicità e in omaggio alle ricerche condotte da altri, ad alcuni brani di siti che hanno preceduto questo momento decisivo. Quello che si ripropone come primo riferimento, distribuito e riprodotto in modo cauto e quasi silenzioso, introduce in modo piano l'idea d'insieme, che il numero 666 della bestia fosse da attribuirsi al papato. È tutto ciò che si è potuto dedurre, per provare a mala pena e in modo indefinito, ancorché valevole, quanto affermano le Scritture. In buona sostanza, quasi nessuna prova definitiva è stata pos­si­bi­le prima del maturare dei tempi.
Questo particolare libretto fu ottenuto dalla Whiteout Press nel 1993. Fu stampato e distribuito anonimamente con una piccola sezione per attivisti e credenti locali, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa. La credenza che il Papa della Chiesa cattolica sia l'an­ti­cri­sto è vecchia quanto la stessa Bibbia. Teologicamente, è tutt´ora la convinzione di milioni di pro­te­stan­ti di tutto il mondo. Per la sua importanza storica, eccovi l'opuscolo effettivo da parte di coloro che credono che il Papa sia davvero l'anticristo.

"Nel libro dell'Apocalisse, la formulazione di alcune scritture può confondere. Talvolta Giovanni pare ritrarre la Bestia come un singolo individuo, altre volte come un gigante mondiale corrotto e maligno, sistema eco­no­mi­co, politico, sociale e religioso – il Nuovo Ordine Mon­dia­le, altrimenti noto nei tempi antichi come 'La Grande Babilonia'.
Poiché la Chiesa cattolica è la religione più diffusa sulla Terra, è forse contraddittorio che sia in qualche modo legata a questo Nuovo Ordine Mondiale, o 'The Great Babylon'? 

Nell'Apocalisse 17,07 si dice che una don­na, la meretrice o puttana, sarà trascinata alla Bestia. È convinzione di molti che questa meretrice o puttana sia un appellativo emblematico della Chiesa cattolica. Pertanto, affinché la profezia sia soddisfatta, la Chiesa cat­to­li­ca si impegnerà per una posizione di vertice in questa trama e verrà usata per aiutare a guidare la gente sotto il dominio del Nuovo Ordine Mondiale e alla loro accettazione del 'marchio della bestia' satanico.

In Apocalisse 13,18 si legge riguardo a questo mi­ste­rio­so numero 666:

«Qua sta la sapienza.
Che chi possiede intendimento
calcoli il numero della Bestia,
perché è il numero di un uomo,
e il numero è seicentosessantasei.»

Si noti l'affermazione che il numero 666 non è il 'mar­chio' effettivo di detto sistema mondiale bestiale. Al con­tra­rio, esso è il 'numero di un uomo' in carne ed ossa! Chi è quest'uomo e come possiamo scoprirlo? Nel tredicesimo capitolo dell'Apocalisse nonché al set­ti­mo capitolo di Daniele, quest'uomo doveva venire dal piccolo corno (simbolico della religione) e sarebbe stato la voce primaria ed il potere che da esso deriva. Se la Chiesa cattolica, la più diffusa religione nel mon­do, è partecipe consenziente alla creazione del Nuovo Ordine Mondiale, ne deriva che ovviamente il Papa, ov­ve­ro il capo della Chiesa, adempia a questa profezia ri­guar­do a chi è l'uomo. Ma questo lascia aperto l'in­ter­ro­ga­ti­vo di come associarlo al numero 666.


L'indizio è in Apocalisse 13,17 

Esso afferma che il numero viene dal suo nome. Dopo qualche ricerca, troviamo che questo è stato sot­to­li­ne­a­to fin dal lontano 1612 in un libro intitolato 'Anticristo Romano' di Andreas Helwig. Egli spiega che il titolo del Papa, VICARIUS FILII DEI appare sulla tiara o la mitra papale e significa letteralmente 'Dio stes­so in­car­na­to' (per meglio dire ‘Vicario del Figlio di Dio’).

A differenza degli Ebrei e Greci, i Romani non usavano tutte le lettere del loro alfabeto come numeri. Erano usate solo sette lettere: M=1000, D=500, C=100, L=50, X=10, V (/U)=5 ed I=1. Se le applichiamo al titolo del Papa - Vicarius Filii Dei - scopriamo il risultato seguente:


'Il Numero della Bestia' è ‘Il numero dell´uomo’ - il Papa!"

Una scritta in latino, scandita con le regole di quell'alfabeto; ma allo stato attuale il linguaggio che conta è ben diverso. Per più o meno apprezzabile che sia la soluzione proposta, manca ancora la chia­ve di volta, l'ultima tessera di un mo­sa­i­co composto da millenni nelle Scritture e rievocato da mol­ti­pli­ca­te fatiche, ispi­ra­zio­ni ed in­nu­me­re­vo­li triboli; ma che attiene solo all'ultimo sta­dio dell'opera, giunta oggi a com­pi­men­to. Ma procediamo per gradi.


Papato e microchip RFID (Radio Frequency IDentification)

Con una mossa controversa da parte della chiesa cattolica, Papa Francesco ha dichiarato il suo consenso alla tec­no­lo­gia microchip RFID ed allo "straordinario aiuto" che può fornire all'umanità. Lo sdegno nasce dalla convinzione di molti evangelici, fondamentalisti e cattolici, che il mi­cro­chip RFID sia il "marchio della bestia" di cui parla la Bibbia nei capitoli riguardanti la fine dei tempi. Durante l'omelia set­ti­ma­na­le, il Pontefice ha esposto alla folla dei fedeli il suo punto di vista sulla tecnologia RFID, ed ha assicurato che ricevere un impianto di questo tipo non può causare nessun danno spirituale.

"Abbiamo esaminato attentamente le Scrit­tu­re, e posso concludere che niente indica che i microchip RFID siano satanici in alcun mo­do. Sem­mai, questi dispositivi sono una be­ne­di­zio­ne di Dio Stesso, elargita all'umanità per risolvere molti dei mali del mondo". [Fonte]


Il Papa si è pronunciato (nonostante non siano state prodotte prove video concrete in cui consolida la sua posizione, rispetto al microchip RFID), perorando di­chia­ra­zioni ormai diffuse a vari livelli istituzionali ed in­ter­na­zio­na­li, sperimentali e promozionali, riguardo a quel­la che è la peggiore e più temibile calamità in arrivo nella storia de­gli umani. Le fonti sono varie, eppure nessuna smentita ufficiale, ovverosia affermazione contraria.

A dispetto della comunicazione EXTRA EXTRA!!! di ‘un caro fratello’, del quale si vedono solo le iniziali, in un commento del tipo “quale ritengo sia il frutto di una vera e propria bufala” avente funzione di tentata smentita – ma senza im­pe­gno – e di una certa confusione sulle pagine US che han­no riprodotto la notizia a tam tam traendola dalla fonte, le parole incoraggianti del pontefice sono state distribuite a piene mani per mezzo globo e chi le ha lette le ha lette… di costoro, solo una minima parte si sarà aggiornata sull'ambiguo cambio di rotta, voluto non si sa come, ma intanto la campagna procede e anche questi semi gettati ger­mo­glieranno. Non sarebbe cosa da perderci tempo in questo sito, se non si trattasse della più dibattuta e spaventosa delle congiure: è spiegato nel post e in una moltitudine di altri blog e studi, che è il caso di esplorare prima che sia davvero tardi. 

Il fatto di sintesi è semplicemente che tutte le previsioni, e le stesse sperimentazioni e dichiarazioni legislative an­nun­cia­te, gradite o meno dai differenti soggetti, stanno convergendo verso quelle antiche descrizioni, che divengono sem­pre più chiare e fin troppo rispondenti allo stato di cose at­tua­le ed in at­tuazione nel mondo. Il dominio globale incontrastato ed indiscutibile sottomesso ad un unico potere: e non si tratta del Bene!

“Noi avremo un governo mondiale, che vi piaccia o no; la questione è di sapere se … sarà raggiunto con le buone o con le cattive” - (citazione di James T. Warbird al sottocomitato delle Relazioni Estere del Senato americano).

Notizie di questo genere c´è da aspettarsene altre, a stret­to giro di boa; sempre più stringenti. Fino a che di­ver­ran­no normali e il gioco irreversibile sarà fatto; perché questo è il progetto, ben de­li­ne­a­to dall´inizio del­l'era cristiana e stret­ta­men­te connesso, nelle scritture, con il crollo apo­ca­lit­ti­co. Il fatto drammatico è che i conti tor­na­no, tutto corrisponde a me­ra­vi­glia, anche se ormai non ci si sor­pren­de più di niente. Tuttavia occorre un dato, per completare il quadro e poter affermare che, sì, è davvero così. Fino a che ciò che si teme nella teoria rimane indimostrato ed indimostrabile, “la più grande astuzia del diavolo, cioè quella di far credere che non esiste”, renderà tutti complottisti ad oltranza.

Fugare l'ultimo dei dubbi per alcuni potrà anche non ba­sta­re; ma ad altri gioverà, poiché sapranno di doversi davvero difendere, salvaguardare l'esistenza dei propri figli, da che cosa e da chi. Capiranno che ciò che è stato scritto fu dettato per loro, per proteggerli ed offrir loro una via di salvezza. Certo non per generare per due millenni un tremore inutile, giac­ché si sarebbe poi vanificato e proprio sul gran finale. 

Questo ed altri fatti e realtà progettuali parallele sono stati attentamente indagati, rivelati e pubblicati fin dal 1996 sot­to il titolo «Dalla sottomissione alla libertà» dalla fran­ce­se Anne Givaudan. Ne ho condensati nel 2009 alcuni estrat­ti significativi che vi consiglio di leggere e valutare con cura. Eccone uno che ritengo il migliore in assoluto, dalla vera voce del Cristo:


L'enigma degli enigmi

Non tocca a me accusare o giudicare, ma solo scio­glie­re l'enigma degli enigmi, poiché il tempo è venuto. Mancava la connessione tra il numero ed un nome, ed ec­cola! Ma in questo tempo la chiave non è di lingua ro­ma­na, né greca né ebraica, ma deve risultare universale, cioè in­for­ma­ti­ca.

Trattasi in verità della logica numerica che ha de­ter­mi­na­to il codice informatico a partire dal calcolo binario, in cui esi­sto­no solo 0 ed 1. Una logica sconosciuta all'uomo di quei tempi, ma in­trin­se­ca­men­te connessa a quanto in essenza definisce il mar­chio, il suo utilizzo e la descritta finalità di controllo. Il computer non conosce caratteri alfa-numerici e simboli di sorta, ma solo numeri binari: è l'output che li converte in segni aventi un significato ai nostri occhi.

In un numero detto byte di 8 bit, i valori per ogni singolo bit sono:


e quando il bit è 1 (non 0) si sommano, fino al max. di 255


Per cui in un ottetto pieno [11111111] si possono con­te­ne­re 255 caratteri [+1=28] cioè a dire valori rap­pre­sen­ta­bi­li ciascuno in modo distinto.
La Tabella sottostante riproduce la codifica Decimale (Dec. base 10), Esadecimale (Hx. base 16), Ottale (Oct. base 8) e la fun­zio­ne-valore del simbolo attribuito ai primi 127. Come si può vedere, dopo i primi 32 codici-di-controllo ad uso dei sistemi, ed i 32 simboli e numeri fon­da­men­ta­li, si trova la lettera A con valore [Decimale] 65, la B=66 e via di seguito fino al 90 per la Z. La rappresentazione binaria della [A] sarebbe quindi {01000001}=66 [A], ovverosia:



in corrispondenza al 1° ed al 7° bit positivi




In pratica, il 1° bit aggiunto, dopo le prime due serie di 32, ossia dopo la posizione [-quantità] 64. Per pura curiosità, il 6+5 del carattere A, alla vista numerologica vale 11, fattore di nuovo inizio dopo la prima decina [in questo caso inizio del­l'al­fa­be­to]; e il valore 9 chiude la serie dei numeri semplici. Non vi sono lettere [A] nel nome in esame, che invece parte dalla [B], il cui primo bit vale 2.



Vediamo ora in quale modo la cifra 666 interagisce con i codici a barre, in uso nel mercato mon­dia­le, ma destinati e già applicati a marchiare anche le persone. I metodi di codifica e ri­co­no­sci­men­to sono vari, ma in que­sto con­te­sto ba­sterà una idea in­di­ca­ti­va.


Ogni numero presente nella grafica sottoposta a scansione è rappresentato da corrispondenti linee parallele e spazi di spes­so­re variabile. Come si può notare, il numero 6 è rap­pre­sen­ta­to da {00000110} [valori universali 4+2]=6 e per l'appunto da due linee sottili. Nei sistemi più diffusi compare 3 volte: all'inizio, al centro ed alla fine di ogni codice, evidenziato da linee discendenti più lunghe.

Certi dibattiti sul fatto che tali cifre siano nascoste nel codice appaiono del tutto insignificanti: le tre gambe discendenti infatti (rossastre) non appoggiano alcun numero poiché non fanno parte del singolo codice, ma lo definiscono in­glo­bandolo. Sono come l'impalcatura, o il contenitore di ogni codice individuale, poiché ne definiscono l'inizio, la fine e le parti, consentendone la lettura-verifica tramite scansione; chiamate anche barre sentinella, informano lo scanner su quando avviare, sezionare e terminare l'acquisizione.

Se internamente al codice compare un valore 6 (turchese in fig.), quel numero 6 sarà leggibile sotto le due linee re­la­ti­ve, che ovviamente saranno di lunghezza uguale a quelle degli altri numeri, e dunque ugual­men­te visibili ma sempre lasciando spazio alla numerazione (che deve poter essere letta in caso di malfunzionamento di un dispositivo).

“È interessante notare che il termine greco tradotto 'marchio' è charagma, derivante dal lemma charax, che significa 'una palizzata, come uno steccato'. Quando ci si rende conto che nel primo secolo è stata usata que­sta parola specifica, ed assistiamo oggi all'uso del co­di­ce a barre informatico, scopriamo delle possibilità che diventano più che una realtà del nostro tempo.” - Robert Van Kampen, “The Sign”, 1992, p. 231

In buona sostanza: uno dei significati della parola "radice" greca percharagma (tradotto "marchio") cioè charax, evoca il concetto di "paletti", cioè a dirè come linee verticali". L'"idea" è che la ratio per cui Giovanni usò il termine greco charagma, piuttosto che stigma, ecc, è perché egli stava descrivendo un 'marchio' provvisto di linee verticali - un "codice a barre".

Generalmente, dalle prime tre cifre del codice a barre è pos­si­bi­le dedurre la pro­ve­nien­za (nazionalità) del prodotto a cui è apposto. Vediamo ad es: 640-649 Finlandia, 690-695 Cina… 800-839 Italia. 

Le prime due lettere di quel nome recano i valori 66 69, cioè la cifra ed il nu­me­ro 9 di bytes (lettere) com­ples­si­ve, componenti il nome che la rappresenta! [9] chiude an­che la serie completa "666982717971767379" ed è anche la som­ma nu­me­ro­lo­gica di 6+6+6=18 da cui 1+8=9. In quanto al calcolo dello stesso nome in caratteri mi­nu­sco­li, che sono codificati dopo 7 bytes dalla Z, il totale sarebbe 954, di cui la somma delle cifre è 18 ovverosia an­co­ra 3 volte 6!


«Chi possiede intendimento
calcoli il numero della Bestia,
perché è il numero di un uomo,


e il risultato è 666


Implicazioni relative al chip RFID sono esaminate ed esposte con pregevole chiarezza, presso un sito che riproduce pe­r al­tro i versetti in oggetto, tradotti in quattro differenti versioni



Estratti da Apocalisse 

fonte: freeondarevolution.blogspot.it

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