mercoledì 19 marzo 2014

Ilaria e Miran


ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN: DELITTO DI STATO ITALIANO SENZA GIUSTIZIA

Ilaria e Miran - foto di Raffaele Ciriello










di Gianni Lannes




In qualità di cittadino della Repubblica italiana esigo verità e giustizia per l'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. I delitti non vanno mai in prescrizione, anche se sono trascorsi vergognosamente per i governi italiani e per certa magistratura tricolore 20 anni. Mandanti ed esecutori materiali di questo duplice omicidio su commissione, sono ancora impuniti e protetti dallo Stato italiano.



Mogadiscio, 20 marzo 1994: omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Traffico di armi e rifiuti pericolosi dal belpaese al terzo mondo africano. Biglietto di sola andata senza giustizia. L'omicidio del capitano di corvetta Natale De Grazia (avvelenato la notte del 12 dicembre 1995) che indagava sull'affondamento di 180 navi dei veleni nel Mediterraneo, è legato a doppio filo alla morte di Ilaria e Miran. Ecco il movente che ha subito depistaggi di carattere istituzionale, a partire da queste menzogne di Carlo Taormina, sparate in qualità di presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta (23 febbraio 2006): 

«Nessuno scoop messo a tacere con la morte. I cittadini devono sapere fin da ora che mai nessuno ha inteso uccidere i due giornalisti, vittime di una manica di banditi senza che i banditi sapessero di chi si trattasse e agendo unicamente in un contesto di ritorsione criminale. La gente, inoltre deve sapere che Ilaria Alpi e Miran Hrovatin non erano depositari di alcun segreto nelle materie che un giornalismo d’accatto per dodici anni ha invece tentato di propinare. E’ falso che i due giornalisti fossero a conoscenza di cose inenarrabili nei campi della cooperazione, del traffico d’armi, del trasporto di rifiuti. I due giornalisti nulla mai hanno saputo e in Somalia, dove si recarono per seguire la partenza del contingente italiano, passarono invece una settimana di vacanze conclusasi tragicamente senza ragioni che non fossero quelle di un atto delinquenziale comune».



Alla voce menzogne premeditate. Nel 2005 ho avuto modo di intervistare a più riprese a Roma, l’ex Onorevole di Forza Italia, ovviamente con il suo consenso nel suo studio romano di via Cesi, nei pressi del palazzaccio. All’estero è conservata, in mani sicure, la registrazione non ancora pubblicata di queste sue dichiarazioni preconfezionate con largo anticipo rispetto al lavoro della Cmmissione parlamentare da lui presieduta: 

«Ilaria e Miran erano andati a passare una vacanza in Somalia… uccisi nel corso di una rapina da fondamentalisti islamici…» riferì nel corso dell’intervista concordata.

L’ex Sottosegretario del governo Berlusconi non aveva dubbi: 

«La dinamica si basa sull’analisi balistica dell’auto. Abbiamo fatto una perizia al balipedio della polizia di stato e quindi abbiamo potuto ricostruire al millimetro ogni cosa. Nessun colpo alla nuca, a contatto. Nessuna esecuzione» disse testualmente.

In realtà, Ilaria e Miran, sono stati assassinati poiché in procinto di rivelare, in diretta al Tg 3 nazionale della Rai, il coinvolgimento dello Stato italiano nel traffico illecito di scorie e di armi.

E’ un grave reato penale anticipare di oltre un anno - la Relazione della Commissione sarebbe stata chiusa e votata solo il 23 febbraio 2006 - dichiarazioni depistanti senza attendere l’esito dei lavori di indagine.

Ecco quanto pubblicato, senza smentite, sul quotidiano Il Manifesto in data 18 marzo 2006: 



In teoria le commissioni parlamentari di inchiesta dovrebbero far luce, invece in Italia, spesso insabbiano o al massimo segretano gli atti. Per esempio, nel caso della Commissione Taormina, sono stati acquisiti, su impulso di Mauro Bulgarelli, gli atti di indagine di "Volpe 132”, l’elicottero della Guardia di Finanza (con due sottufficiali a bordo mai più ritrovati) abbattuto in Sardegna il 2 marzo 1994, perché stava dando la caccia e aveva trovato in una dell'isola una nave carica di armi. Anch’essi, inspiegabilmente, sono sottoposti a segreti di Stato. E nessuno si sorprende o si scandalizza nelle repubblichetta delle banane americane di zio Sam.

Post scriptum

Per la cronaca dimenticata. Intervista del 24 marzo 2011 al giornalista Gianni Lannes su Radio Città Futura di Roma sull’inchiesta Alpi-Hrovatin e la Somalia. E’ intervenuto anche Carlo Taormina, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla vicenda, derubricata da Taormina come un assassinio ad opera di fondamentalisti islamici, definita invece da Gianni Lannes un delitto di Stato.

http://www.paxchristi.it/?p=1080 

L’audio di questo confronto a cui Taormina si è sottratto alla prima difficoltà dialettica era presente su canale di Youtube fino a qualche tempo fa. Ma ora è sparito. Chiedo a chi può recuperarlo di metterlo nuovamente in rete. Grazie!

di Gianni Lannes

In qualità di cittadino della 

fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

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