giovedì 18 aprile 2013

"the great wall of vagina": le vagine secondo Jamie McCartney



scritto da Anna Castiglioni

La serie di opere dello scultore Jamie McCartney non ha bisogno di molte spiegazioni: è un muro di vagine. In quattro anni l’artista inglese ha prelevato i calchi in gesso degli organi genitali di 400 donne, ora esposti in grandi pannelli. La mostra di McCartney in cui si inserisce il Grande Muro si intitola Skin Deep ed è stata da poco inaugurata nella galleria Hay Hill di Londra. Mera provocazione? Pornografia? Nulla di tutto ciò. Anzi, quasi un’opera a scopo sociale, che l’artista inglese ha fortemente voluto per esorcizzare ansie da prestazione, fisime e complessi derivanti dall’abuso della pornografia e dalla moda della vaginoplastica scoppiata in Inghilterra negli ultimi anni. Ecco come spiega la serie di sculture:

“È un modo per andare oltre le allusioni alla pornografia. I genitali, se considerati al di fuori del corpo, non sono per niente sexy, e quando sono così numerosi lo sono ancora meno. Inoltre i calchi completamente bianchi eliminano ogni questione di razza o colore. La gente mi chiede com’è stato lavorare con 400 vagine. Mi piace sottolineare il fatto che in realtà ho lavorato con 400 donne. Ho sentito un sacco di storie e di opinioni che di certo hanno influenzato la mia comprensione su svariatedi questioni femminili. Mi piace pensare che mi abbia aiutato a crescere un po’.”


L’idea di The Great Wall of Vagina è nata in seguito ad un’altra scultura murale dell’artista, The Spice of Life, in cui metteva a confronto 18 coppie diverse di genitali maschili e femminili e seni, compreso il suo pene:

“Temevo di non essere all’altezza, perché non nascondevo un arnese da film porno nelle mutande. Dopo aver realizzato quella scultura, mi sono reso conto di non avere nulla di cui preoccuparmi. Le donne che si sono prestate per i calchi si sono sentite esattamente come me, quindi ho pensato che potesse essere una cosa terapeutica”.


Via | Vice.com

fonte: www.artsblog.it

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