mercoledì 20 febbraio 2013

Busi e la campagna elettorale


Il giudizio di Aldo Busi sulla campagna elettorale

Pubblicato il 20 febbraio 2013
Pubblichiamo un’intervista ad Aldo Busi apparsa oggi, mercoledì 20 febbraio, sul quotidiano  on line “Affaritaliani.it” 
Aldo Busi Affaritaliani
A pochi giorno dal voto, lo scrittore Aldo Busi dice la sua sulla campagna elettorale: “Voterò di sicuro Ambrosoli per la Regione Lombardia…”. Parla di Berlusconi, Monti, Bersani, Grillo, Ingroia (dedica compresa) e della scarsa attenzione per la cultura da parte dei politici… Commenta anche le dimissioni del Papa e la propria candidatura al premio Strega con “El especialista de Barcelona” (Dalai)


Aldo Busi, domenica andrà a votare? Per chi?
“Certo che andrò a votare, esclusivamente come atto di rispetto e di speranza verso le nuove generazioni di italiani e innanzitutto di europei. Sarà un voto all’insegna della Realpolitik che non deve necessariamente incontrare il mio favore e appoggio personali. Se si esclude tutta la vecchia e nuova ferramenta italiota… Berlusconi, Lega, Casini, Grillo, che tanto mi ritroverò per obbligatoria alleanza governativa di qua o di là… voterò di sicuro Ambrosoli per la Regione Lombardia, mentre non dico chi voterò per le Politiche: nessuno se lo merita veramente e non mi va di fare da traino a una carretta appena appena meno traballante delle altre in circolo, vizioso. Se Grillo ha Casaleggio, un Bersani e un Monti che non abbiano Aldo Busi oggi hanno scarsissima credibilità circa i loro programmi anche solo d’intenti”.
Ha seguito la campagna elettorale?
“Non particolarmente, l’ho subita come tutti, troppe trame e poco ordito visibile, quasi sfilacciato apposta da patti segreti tra poli solo apparentemente opposti, aspetto che ricamo e ricamato facciano tutt’uno e si veda il disegno finale, a me forse meno imperscrutabile che agli stessi tessitori. L’unica cosa che mi ha colpito è una non recente intervista al procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, una delle grandi e vere coscienze civili del Paese, che ha avuto di nuovo il potere di raggelarmi il sangue, cito a braccio: ‘Dagli anni Settanta in poi, le mafie hanno fatto studiare i loro eredi nelle più prestigiose università europee e americane e oggi sono chirurghi, banchieri, politici, poliziotti… Sono professionalmente al di sopra di ogni sospetto e al contempo sono dei veri e propri capi mafia’. Non ricordo se abbia aggiunto ‘giudici e preti’ ma ci sta, la lista delle arti & mestieri poteva andare avanti di un bel po’ per forza d’inerzia. Come scrittore immagino che l’unico colpo di vita di una mela marcia sarebbe staccarsi dal picciolo e fare autodafé. In un romanzo può succedere che un pentito non scaglioni nel tempo le sue verità a scoppio ritardato”.
Beppe Grillo sta riempiendo le piazze, e il Movimento 5 Stelle preoccupa i partiti tradizionali. Anche Dario Fo e Adriano Celentano appoggiano l’ex comico. La sua “avanzata” la preoccupa?
“Almeno quanto il crocefisso che uno di queste romantiche ugole d’antan esibiva proprio l’altro ieri fuori dalla maglietta a V, che poi è sempre la solita avvertenza riciclata dell’‘in hoc signo Vinces’ del chierichetto avvizzito che va sull’usato sicuro”.
Ancora una volta, la campagna elettorale ha rilanciato Silvio Berlusconi. Pensa che gli italiani rivoteranno l’ex premier?
“Certo che lo voteranno, perché non dovrebbero votarlo e perché stupirsene? Ma se nell’imminente conclave ci sarà qualcuno che vota persino il cardinale Mahony che ha coperto i preti pedofili statunitensi!”.
E come giudica la campagna elettorale di Bersani e del Partito Democratico?
“Di un tatticismo esasperato ed esasperante degno del ‘Cortigiano‘ di Baldassar Catsiglione, linguaggio sublime a parte. In soldoni: nessuno di loro… perché sono propri tanti… ha né l’umiltà del capo né la grandezza del gregario, da qui questa disgregazione suicidale. Chi non sa mettersi a servizio in un momento di nevralgica gravità… prossima a essere tragica in maniera greca… non è poi neppure in grado di mettersi a capotavola qualora pure gli riuscisse”.
Ha notato la “trasformazione” di Mario Monti, da leader del “governo dei tecnici” a politico a tutti gli effetti. La sua “evoluzione” convincerà gli italiani?
“Guardi, Monti meriterebbe il voto solo perché ha detto circa un paio di mesi fa che mentre Berlusconi prometteva di eliminare l’Imu, lui stava pensando di raddoppiarla a fine anno. Poi, da un punto di vista culturale e di processo di emancipazione globale del Paese, non mi rappresenta in niente e per niente, ha detto delle cose invero reazionarie sul concetto di famiglia e di diritti civili, cose che starebbero bene in bocca a un Putin o a uno dei suoi nerissimi mignon ortodossi. Insomma, Monti farebbe meglio a portare un po’ di Europa in Italia invece di portare dell’altro Vaticano in Europa. E poi vorrei ricordargli che un Primo Ministro degno di tale carica si commuove ricordando i nipotini solo se sono quelli degli altri che non mangiano a sufficienza o non hanno i soldi per la retta dell’asilo perché i loro genitori sono disoccupati e i loro nonni si sono visti decurtare la pensione di un terzo del suo valore d’acquisto in dieci anni”.
Lei ha dedicato il suo ultimo libro al magistrato Antonio Ingroia, ma non ha condiviso la sua scelta di candidarsi. La delusione resta?
“Nessuna delusione in alcun senso, non vedo con qual diritto potrei essere deluso, non ci siamo neppure mai parlati per telefono, non ho investito poi ‘sto granché sulla sua decisione. Non la condivido ma la rispetto. E’ notorio che sto aspettando la seconda ristampa de ‘El especialista de Barcelona‘ per togliere quella dedica. Del resto, lui magistrato non lo è più, non sono io che mi rimangio alcunché. Magari un giorno la ripristinerò senza qualifica, il che significherebbe per lui un trionfo assoluto. Glielo auguro. Certo dovrà meritarsela”.
In generale, la cultura trova pochissimo spazio in campagna elettorale: perché ai politici interessa così poco?
“Perché soffrono della sindrome della Bella Fighetta, ‘se scoprono che non sono del tutto un’oca giuliva poi gli uomini non mi vogliono più e le donne sono ancora più invidiose’. A me basterebbe che avessero una solida cultura del lavoro, ma per averla bisogna anche aver lavorato non in politica ma per mettere assieme il pranzo con la cena. Quanto al resto, adesso non esageriamo con le pretese intellettuali e cognitive e di conseguenza etiche dei politici italiani o il popolo degli elettori non vi si riconoscerebbe più”.
Mentre l’Italia va al voto, in Vaticano è andato in scena un momento epocale: Papa Ratzinger ha deciso di dimettersi. La sua scelta l’ha colpita?
“Be’, ha fatto pur sempre una gran bella carriera se si tiene conto che con lo Sbarco in Normandia sembrava che, aprendosi i cancelli dei campi di concentramento, alla Hitlerjugend si chiudessero in faccia tutte le porte. Ora anche le dimissioni! Come inviarsi da sé un mazzo di baccarat del porpora più divinamente sberluccicante. Un colpo di scena degno di Wanda Osiris”.
A luglio, al Ninfeo di Villa Giulia, potrebbe essere lei a venir votato, da candidato al premio Strega con il suo ultimo romanzo, “El especialista de Barcelona” (Dalai Editore), molto apprezzato dalla critica: cosa si aspetta dai giurati, gli Amici della Domenica?
“Del mero buon senso, e cioè che rendendo omaggio al dissoluto e cül alegher genius loci papa Giulio III colgano al volo l’occasione unica… e che mai più si ripresenterà con un capolavoro di pari levatura… e premino finalmente se stessi premiando me. Mi sto già guardando in giro perché per l’occasione non so ancora che scopa mettermi e dove. Ton-sur-ton e va bene, ma ton-sur-ton con che?”.
fonte: www.altriabusi.it

2 commenti:

  1. Ti dirò, ho smesso di leggere Busi che sono già oltre 30 anni. Non ricordo il titolo di quell'ultimo libro (devo averlo rimosso) ma, ho interrotto la lettura a meno di metà racconto: Forse ero ancora troppo giovane e poco smaliziato, ma alcuni passaggi che descrivevano scene di sesso, mi scombussolavano lo stomaco.
    Sicuramente è un mio limite, ma da allora l'ho accuratamente evitato, anche perchè in tanti suoi atteggiamenti successivi, e prese di posizioni, non mi ci trovavo. Detto questo, buona parte dell'intervista a tema politico, potrebbero essere parole mie.
    Ciao Fabrax, per domenica non ancora decido, è ancora margherita: Ingroia, Pd- Pd, Ingroia?

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